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Intervista a Francesco Campolongo – Potere al Popolo: «necessaria una sinistra ‘normale’» (AUDIO)
Francesco Campolongo, è candidato con Potere al Popolo nel collegio di Cosenza: “l’unica ricetta possibile per avere una sinistra normale, che vuole rispettare la Costituzione”.
COSENZA – Francesco Campolongo è il candidato alla Camera al collegio uninominale di Cosenza ma ancor prima è, non solo il segretario cittadino di Rifondazione Comunista, ma soprattutto un giovane laureato e dottorando anni impegnato nelle lotte sociali sul territorio ed è per questo che è stato designato come rappresentante per la lista Potere al Popolo. Campolongo, nell’intervista per Quicosenza.it, esamina numerosi punti, e soprattutto non le manda a dire a chi, nel passato anche recente, ha compiuto scelte scellerate per il Paese e la Calabria. In primo luogo Campolongo ha spiegato da dove è nata l’esigenza di costituire il movimento Potere al Popolo: “Pensiamo che in questa società caratterizzata dalla disoccupazione, dalla precarietà dal taglio al welfare, e tutto questo in questi anni è stata presentata come l’unica ricetta possibile, ci fosse la necessità di una sinistra normale, che vuole rispettare la Costituzione, che inizia a dire che la normalità a quello che oggi sembra eccezionale: un lavoro a tempo indeterminato, con i diritti che la Costituzione prevede, investire nel welfare, nell’istruzione e nella sanità e in questa lista ci sono quelli che in questi anni hanno detto no alle austerità fuori dalle istituzioni, non hanno voltato le leggi che ci hanno portato fin qui. Parliamo di Rifondazione Comunista di cui io sono segretario ma anche di comitati e movimenti; una sinistra plurale che si caratterizza per la guerra alla precarietà”.
“La formazione, ma se non esistono posti di lavoro?”
“Un movimento che punta, più che ad un elettorato, a parlare di un’intera generazione. Noi non vogliamo rappresentare solo gli elettori della sinistra, vogliamo dire a tutti i lavoratori che sono nei call center di questa città, che sono convinti che la normalità sia un contratto a progetto o a tempo determinato, che la normalità sia ridiscutere ogni fine mese il proprio futuro, che si può tornare a quello che una volta era il diritto nei luoghi di lavoro. Che il rapporto tra datore di lavoro e lavoratore non deve essere di schiavitù; non servono miracoli basta abolire la “legge Fornero” e il Jobs Act, investire nel lavoro, basta che lo Stato libero da chi lo ha usato come agenzia di collocamento privata, inizi a fare il lavoro che dovrebbe fare come previsto dalla Costituzione”.
“In questi anni hanno continuato a dirci che si deve investire in formazione, ma la formazione in cosa se non esistono posti di lavoro? Abbiamo tutta una serie di lavoratori che sono usciti fuori dal mondo del lavoro. Penso a quelli in mobilità in deroga che sono usciti fuori dal mercato del lavoro dopo i 50 anni, non per colpa loro ma noi siamo in uno Stato che ha regalato milioni di euro a prenditori che sono venuti con la 488 e poi sono scappati per delocalizzare. Crediamo che serva un piano del lavoro perchè se ci guardiamo intorno vediamo come la nostra regione abbia bisogno di medici, infermieri, di ingegneri per il dissesto idrogeologico, di persone qualificate ma anche di tanti altri lavori e allora c’è necessità di buon lavoro ma ci dicono che non ci sono i soldi. Ma io inviterei a fare un piccolo calcolo. Molti ci chiamano la “sinistra del No” ma per esempio, quando diciamo che è inutile un’opera come il ponte sullo Stretto, che oggi ritorna ad essere strategica ma allora ci chiediamo, se non ci sono i soldi per la sanità, il lavoro… dove li trovano i soldi per il ponte o per la Tav? In realtà i soldi ci sono. In questi anni abbiamo regalato più di 60 miliardi di euro alle banche per salvarle. Noi preferiamo salvare la vita di milioni di persone garantendo quello che è previsto dalla Costituzione”.
ASCOLTA L’INTERVISTA integrale a Francesco Campolongo
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La sinistra ed il Pd: “non c’entriamo nulla con chi vuole precarizzare il mondo del lavoro”
“Dal Pd siamo non solo politicamente ma antropologicamente distanti; noi non c’entriamo nulla con chi salva il Monte dei Paschi di Siena perchè nel consiglio d’amministrazione c’è il padre della Boschi. Non c’entriamo nulla con chi vuole precarizzare ulteriormente il mondo del lavoro, chi candida la Bonino che dice che dobbiamo ancora tagliare la spesa pubblica; non c’entriamo nulla con Enza Bruno Bossio e con chi in questi anni ha gestito il potere politico a fini privatistici e contro la maggioranza delle persone. Proviamo a ricordare una legge contro i lavoratori o contro i pensionati che questi signori non hanno votato o non hanno attuato? Hanno votato tutto! Quindi loro possiamo dire che non fanno più parte della sinistra. Poi per quanto riguarda Grasso e LEU, io penso che se uno come Renzi ha potuto vincere le Primarie gridando alla “rottamazione” è perchè ha detto che avrebbe rottamato Bersani, D’Alema… che stati protagonisti in questi anni, votando le stesse leggi che hanno portato precarietà e privatizzazione… noi pensiamo che ci siano milioni di persone che vogliono una sinistra normale, una sinistra che non vota le privatizzazioni, una sinistra che tra la precarietà ed un contratto a tempo indeterminato sceglie il contratto a tempo indeterminato; che tra la flessibilità e i diritti dei lavoratori sceglie i diritti dei lavoratori.
Pensiamo che su questo non siamo soli, non siamo minoritari ma che c’è tanta necessità di sinistra“.
“La sanità? Non deve puntare al profitto”
“Su questo aspetto ci sono diversi problemi, spiega Campolongo: “L’Organizzazione Mondiale della Sanità fa rilevare come la spesa sanitaria in Italia sia stata tagliata ed è al di sotto del limite. Poi altro problema fondamentale, e che ci racconta anche dell’intreccio tra politica e affari, ed è quello delle strutture sanitarie private. Siamo pieni di cliniche convenzionate private, che in realtà paghiamo attraverso il pubblico, ogni prestazione erogata da una clinica convenzionata costa il triplo di una prestazione nel pubblico. Tra l’altro molte volte è in mano a gente della politica. Credo che si debba iniziare a dire chiaramente come stanno le cose: i Morrone, sono tra quelle famiglie che hanno le cliniche private e che poi si presentano alle elezioni. E sono cliniche dove spesso e volentieri, i soldi delle convenzioni non arrivano ai lavoratori che per mesi non ricevono lo stipendio”.
“La sanità va gestita in un’altra maniera perchè è sintomatico che a livello internazionale si spendano più soldi per la ricerca sulla calvizia che per il tumore. Se c’è il profitto nella sanità, gli imprenditori ragioneranno su questo. Serve una sanità pubblica che inizi a pensare alle patologie fuori dal profitto, perchè gran parte delle emergenze sanitarie sono malattie croniche legate all’anzianità. Serve una redistribuzione del lavoro di cura, una sanità di prossimità ma tutto questo è impossibile da immaginare e da progettare se la Sanità diventa un’azienda ed ha la necessità, a fine anno, di chiudere in profitto. La sanità deve garantire l’accesso universale in un’Italia dove 12 milioni di persone oggi, rinunciano a curarsi. Penso che sia un mondo impensabile, assolutamente inaccetabile e in cui permettiamo che ci siano delle persone che non hanno possibilità di curarsi”.
Immigrazione: “Il problema è la politica che scarica sui migranti le colpe di una classe dirigente”
“Proviamo a dividere l’argomento analizzando un primo problema: il meccanismo del “capro espiatorio” che è quel meccanismo che quando si verifica un problema sociale, si individua un colpevole. Parlano di emergenza immigrazione e accoglienza ma l’Italia è lo stato d’Europa che ha, in rapporto alla popolazione, il minor numero di rifugiati. Parliamo di 143 mila. Il numero complessivo dei migranti è di 5 milioni, molti dell’Est, badanti che colmano i difetti dello Stato perchè il problema della cura non dovrebbe essere lasciato alla fortuna o allo sfruttamento. Dati alla mano non c’è nessuna emergenza ma c’è un’emergenza percepita. Qui una grande responsabilità ce l’hanno quelli che io chiamo gli “imprenditori della politica” come i politici della Lega che in questi anni hanno governato con il centrodestra, in Calabria con Scopelliti e Gentile. Quelli che hanno fatto della spesa pubblica e dell’inefficenza dei servizi un cavallo di battaglia del loro esercizio di governo”.
“E poi c’è stato un altro problema – spiega ancora Campolongo – ed è che in questi anni come in tutte le emergenze, soprattutto quando sono farlocche, il potere politico approfitta per andare in deroga delle leggi e abbiamo avuto una gestione dei soldi per l’accoglienza assolutamente inefficace che tra l’altro molte volte, produceva anche dei servizi inefficaci, scarsi e inaccetabili per gli utenti, i migranti. Penso al caso della Misericordia di Crotone; mi chiedo come fa un ministro degli Interni a non accorgersi in questi anni che un centro come quello di crotone era in mano alle cosche. Il problema è la politica che scarica sui migranti le colpe di una classe dirigente. L’unica invasione che c’è oggi in Italia è quella della precarietà, della disoccupazione, e di questo colpevoli non sono i migranti. Tanti casi di malasanità che ho vissuto io per alcuni amici che non hanno visto i migranti come protagonisti, tante persone a me care sono emigrate perchè non trovavano un lavoro e sono stati umiliati nei luoghi di lavoro non per colpa dei migranti…. Inizierei di discutere di questa classe dirigente che ha candidato il peggio di ciò che era candidabile“.
“Ripartire da una fiscalità che sia in linea con la Costituzione”
“Noi facciamo una serie di proposte rivolte al reddito diretto (erogazioni dirette e monetarie a chi è disoccupato o precario) e indiretto (sono i servizi). Innanzitutto penso che bisogna ripartire da una fiscalità che sia in linea con la Costituzione. Noi prevediamo di riformare l’Irpef perchè è incredibile il fatto che ci sia chi guadagna 100 mila o 500 mila euro all’anno che paga come chi gudagna 60 mila euro l’anno. Vogliamo ritornare agli scaglioni degli anni ’70, una tassa sui grandi patrimoni. In Italia il 20% più ricco ha il 70% della ricchezza però nell’ultimo anno, l’87% della ricchezza complessiva è aumentato ma io non ho visto nessun miglioramento nella mia vita e in quella di chi mi circonda, della maggioranza delle persone anzi, addirittura continuano a dire che dobbiamo fare sacrifici e dobbiamo tagliare di più sulla spesa pubblica”.
“E’ giusto che, chi in questi anni si è arricchito molto probabilmente perchè ha sfruttato le leggi sulla precarietà, perchè si è preso i soldi e poi ha delocalizzato, inizi a pagare. E poi c’è un altro problema un pezzo importante del lavoro di cura della società, delle relazioni sociali e parlo delle donne. Lavorno 5 ore in più degli uomini perchè a loro tocca anche il lavoro domestico, tocca a loro il lavoro di cura di anziani e diversamente abili e lo Stato non può sessualizzare un pezzo del lavoro fondamentale. Rendere più libere le donne e badare a chi non ha la possibilità di essere curato vuol dire che lo Stato assume un ruolo importante e pensa alla redistribuzione del lavoro di cura, vuol dire prendersi cura delle persone in una società che non fa la guerra tra generazioni e tra sessi ma inizia a prendersi cura dei propri cittadini”.
“Leader? Bisognerebbe governare in nome della maggioranza dei cittadini”
“Noi ci chiamiamo potere al popolo prorpio perchè non pensiamo di avere bisogno di leader. La nostra è una donna, precaria, è una portavoce. Porta il nostro messaggio in linea con la nostra Costituzione che dice una cosa semplice che abbiamo dimenticato: “La democrazia è l’articolazione istituzionale del potere del popolo. Bisognerebbe governare in nome della maggioranza dei cittadini. Quando uno Stato continua a governare ‘contro’ i cittadini. Ormai ci siamo abituati: ogni legge aspettiamo di capire quale sarà il prossimo sacrificio che ci chiedono. Noi vogliamo riportare la normalità nelle istituzioni, e la normalità non sono sindaci che spendono soldi dei fondi Gescal per il ponte di Caltrava, la normalità non è una dinastia politica che candida suo figlio dopo aver fatto chiudere un giornale come i Gentile per non far uscire la notizia che li riguardava. La normalità sono milioni di cittadini, precari e precarie che ogni giorno provano a cercare un lavoro dopo tanti sacrifici, lavorano onestamente, e a loro spettano le istituzioni e la democrazia. Non facciamo nient’altro di ciò che c’è già scritto nella Costituzione”.



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