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Rende, l’acqua del Parco Santa Chiara e i costi per l’imprenditore ‘fantasma’

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Rende, l’acqua del Parco Santa Chiara e i costi per l’imprenditore ‘fantasma’

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L’ACQUA POTABILE DEL LAGO ARTIFICIALE E LA SICCITA’

 

La siccità che ha colpito anche Rende negli ultimi mesi ha fatto sorgere scetticismi sull’approvvigionamento idrico del parco acquatico. Durante la sua costruzione sono stati creati nove nuovi pozzi, altri due pozzi saranno affittati al gestore per un costo annuo di 700 euro. L’acqua infatti non sarà prelevata né dal Crati né dal Campagnano, ma da una delle falde freatiche ‘pure’ presenti sul territorio rendese che, come ha spiegato dal sindaco Marcello Manna qualche settimana fa in Consiglio comunale, soffre la carenza idrica in quanto “dipendiamo per quasi il 90% dall’Abatemarco perché le risorse idriche di Rende sono inutilizzabili a causa della contaminazione da metalli pesanti. Nè a Roges nè a Santo Stefano di Rende abbiamo sorgenti potabili”. Invece la potabilità e l’ottima qualità parco-acquatico-sportivo-Santa-Chiara-Rende-508x400dell’acqua utilizzata per riempire i bacini è già stata certificata dalle analisi chimio-fisiche e batteriologiche fatte eseguire dalla Milano Costruzioni nel corso dei lavori. Una risorsa preziosa che servirà per alimentare il lago artificiale da 20mila quadrati (21.150 metri cubi) e la piscina all’aperto da 60 metri di diametro (3.900 metri cubi) con oltre 25 milioni di litri d’acqua.

 

In via teorica, l”oro blu’ poteva essere convogliato in un acquedotto e redistribuito tra i cittadini a scopo alimentare, pare però che nessuno si sia preoccupato di considerare questa opportunità analizzando la rete idrica esistente. Eppure gli addetti ai lavori ben conoscevano il sottosuolo di Santa Chiara dove è presente un bacino idrico che lo stesso ingegnere della Milano Costruzioni Mauro Valerio non ha esitato nel definire come ‘abbondante e incontaminato’. Nonostante ciò verrà usato esclusivamente per alimentare il Parco Acquatico che, in quanto tale, comporterà un altrettanto ‘abbondante’ consumo delle risorse idriche. In base ad una stima forfettaria i costi per il servizio idrico a carico del gestore supereranno i 10mila euro l’anno. Pochi spiccioli per chi si accinge a gestire l’infrastruttura che, come da disciplinare di gara, dovrà avere un fatturato storico complessivo negli ultimi tre anni di 2 milioni e 700mila euro.

 

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