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Riforma regionale Welfare “bocciata” dal Consiglio di Stato

Calabria

Riforma regionale Welfare “bocciata” dal Consiglio di Stato

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La sentenza del 6 luglio scorso ripristina “il valore delle prestazioni sociali ed assistenziali erogate dai gestori delle strutture accreditate fortemente in crisi ed a rischio di chiusura. Adesso si attende il pagamento delle rette e delle spettanze arretrate (un anno)

 

CETRARO (CS) – «Ancora una volta è la voce di Maurizio Arci, Legale Rappresentante dell’A.I.A.S. Sezione di Cetraro (CS) – Onlus, ad additare negativamente le manovre meschine di una governance locale che continua a penalizzare, mortificandole, le strutture socio assistenziali calabresi che, nonostante il malgoverno regionale, continuano a garantire con continuità e dedizione servizi socio-assistenziali alle fasce deboli della popolazione.

Questa volta, tuttavia, gli sforzi del privato sociale sono stati gratificati da una sentenza del Consiglio di Stato, pubblicata lo scorso 6 luglio, che ripristina, secondo un principio di indiscutibile giustizia, il valore delle prestazioni sociali ed assistenziali erogate dai gestori delle strutture accreditate fortemente in crisi ed a rischio di chiusura, che già avevano presentato ricorso al Tribunale Amministrativo di Catanzaro, chiedendo l’annullamento – peraltro accolto – dei provvedimenti relativi al nuovo regolamento sulle procedure di autorizzazione, accreditamento e vigilanza delle strutture socio assistenziali, a partire dalla Delibera di Giunta regionale n. 449 del 2016.

“Questo importante risultato ci consente, finalmente, di trovare un riscontro positivo agli ulteriori sforzi gravosi ed impegnativi di contrasto al malgoverno regionale che, assieme ad altri gestori delle strutture accreditate, ho voluto intraprendere con convinzione e tenacia, per dimostrare la fallacia di una riforma pensata solo per penalizzare ulteriormente i veri protagonisti del welfare regionale e che avrebbe causato pesanti conseguenze riguardo alla sostenibilità del sistema socio-assistenziale – sono le parole di Antonio, Maurizio Arci – La tanto acclamata riforma del welfare, dopo ben 18 anni dalla pubblicazione della Legge 328/2000, avrebbe meritato un’istruttoria adeguata e concertata tra enti locali e terzo settore, rappresentato da tecnici competenti e non da “illustri” e sconosciuti portavoce del consueto scenario politico regionale.

La riforma a cui ci siamo opposti con tutte le nostre forze, infatti, prevedeva un regolamento attuativo equivoco ed inaccettabile, a totale discapito degli attori protagonisti dello stesso welfare, siano essi cittadini appartenenti alle fasce deboli della popolazione piuttosto che imprese sociali operanti con assoluta dedizione e professionalità nel settore. Il nostro obiettivo è stato, quindi, quello di rivendicare la costruzione di un sistema di welfare attraverso leggi e regolamenti chiari ed inequivocabili, di facile ed immediata interpretazione, in modo da garantire la massima efficacia dei percorsi socio-assistenziali e la giusta serenità economico-finanziaria per gli enti gestori, in rispondenza ai fabbisogni territoriali”.

Una secca battuta di arresto proveniente dai Giudici del Consiglio di Stato alla riforma regionale del welfare che dovrà, quindi, essere integralmente rivista al fine di garantire adeguate ed effettive risposte ai fabbisogni del territorio calabrese e giusti riconoscimenti e dignità alle strutture accreditate, da troppo tempo in attesa di liquidazione delle spettanze per le prestazioni rese, oltre che di allineamento delle rette ai parametri nazionali.

“Alla luce di quanto disposto dall’ordinanza del Consiglio di Stato che al punto 4) recita: “a proposito di tali successivi provvedimenti regionali del maggio e giugno 2018, il Collegio intende qui espressamente precisare che, per effetto della presente pronuncia di reiezione della domanda cautelare della Regione Calabria, l’efficacia degli stessi deve intendersi conseguentemente paralizzata a partire dalla pubblicazione della presente ordinanza” – conclude Antonio, Maurizio Arci – pretendo che il Governatore della Regione Calabria si assuma consapevolmente le proprie responsabilità e provveda tempestivamente al pagamento delle rette e delle spettanze arretrate (dal mese di luglio dello scorso anno), in modo da garantire la continuità assistenziale ai disabili gravi senza nucleo familiare della Casa Famiglia Dopo di Noi “Il Belvedere” di Belvedere Marittimo ed ai minori disagiati del Centro Socio Educativo “Lo Scoiattolo” di Sangineto,  oltre che la possibilità di assolvere al pagamento degli stipendi e degli oneri contributivi. Atteso che errare humanum est, perseverare autem diabolicum, mi aspetto, quindi, che senza alcuna esitazione, il Governatore provveda ad emettere apposita determina per la liquidazione di tutte le spettanze, almeno fino al primo quadrimestre dell’anno in corso, riservandosi la verifica di appropriatezza, dei requisiti e dei conguagli, sino alla approvazione di idonee procedure rispondenti ai fabbisogni di questo» territorio”.

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