Calabria
Migranti di Riace si rivolgono al sindaco: “Non vogliamo andare via”
Un gruppo di ragazzi ha inteso far visita a Domenico Lucano ristretto agli arresti domiciliari: “Qui c’é nostra nuova vita”. L’appello a Salvini del governatore della Regione Calabria Oliverio e del sindaco di Napoli Luigi De Magistris
RIACE (RC) – Non c’é tensione tra i migranti che vivono a Riace, dopo la circolare con cui ieri il Ministero dell’Interno ne ha disposto il trasferimento, ma preoccupazione e rabbia sì. Sentimenti che un gruppo di giovani che vivono da tempo nel centro del reggino ha voluto esprimere direttamente al sindaco, Domenico Lucano, andando a trovarlo nella casa in cui dal 2 ottobre si trova agli arresti domiciliari. “Non vogliamo andare via da Riace. Qui c’é la nostra nuova vita”, hanno detto i migranti a Lucano. A Riace stamattina non c’é l’atmosfera festosa e vivace di tutti i giorni creata dalla presenza dei migranti che affollano solitamente le vie del paese. In giro ci sono poche persone, le stradine del borgo sono deserte, complice anche la pioggia. Tutti hanno come riferimento il sindaco, Domenico Lucano, ed aspettano con speranza la reazione dei suoi legali, che hanno preannunciato un ricorso al Tar per chiedere l’annullamento della decisione del Viminale di allontanare i migranti dal paese, ma quello che si coglie, in generale, é un sentimento di tristezza e di sconforto. In vari punti si sono formati piccoli capannelli di immigrati. Pochi però hanno voglia di parlare ed in tutti c’é incredulità per il provvedimento annunciato dal Ministero dell’Interno.
“Non ci sarà alcuna deportazione da Riace, le persone che sono in accoglienza possono proseguire il progetto di integrazione in un altro progetto Sprar e noi, operativamente, cerchiamo di individuare altri posti che siano adeguati”. Lo ha detto al Gr1 Rai Daniela Di Capua, direttrice del Servizio Centrale dello Sprar, il sistema di protezione per i richiedenti asilo e i rifugiati, in merito alle notizie di possibili trasferimenti dei migranti che vivono a Riace, dopo la chiusura del progetto di integrazione su disposizione del Viminale. “I rifugiati, ma anche i richiedenti asilo non sono detenuti, le persone che sono in accoglienza possono proseguire il progetto di integrazione in un altro progetto Sprar e noi, operativamente, cerchiamo di individuare altri posti che siano adeguati alle richieste del rifugiato, tenendo in considerazione, ad esempio, il nucleo familiare”, spiega ancora Di Capua, sottolineando che il trasferimento viene proposto e non imposto ai migranti. “I richiedenti asilo e i rifugiati sono liberi di stare dove vogliono, possono affittare una casa, possono lavorare; se non sono in grado, stanno nei centri per richiedenti asilo“, conclude la Di Capua.
NESSUN TRASFERIMENTO
A confermarlo è stato anche il Ministero dell’Interno specificando che: “A Riace non ci sarà alcun trasferimento obbligatorio: i migranti si muoveranno solo su base volontaria. È questo il meccanismo che scatta quando un progetto Sprar deve chiudere, perché finisce oppure perché viene revocato dal Viminale. Quanto accade ora – spiegano dal Viminale – è che i migranti hanno due opzioni: restare dove sono (e non beneficiare più del sistema di accoglienza), oppure possono andare in altri progetti Sprar nelle vicinanze, naturalmente sulla base delle disponibilità. La proposta di nuova destinazione viene formalizzata dagli operatori del progetto. Ciò non toglie che gli enti territoriali come Comune o Regione possono avviare altri interventi di assistenza. Il Comune di Riace ha 60 giorni di tempo per fornire la documentazione finanziaria sui migranti che beneficiavano dell’ accoglienza, sia che queste persone decidano di essere trasferite sia che restino nel comune calabrese”.
LE REAZIONI DELLA POLITICA
“La deportazione dei migranti da Riace è atto violento e disumano. Chi è stato a Riace sa che il sindaco ha
reso vivo e gioioso un luogo desertificato da migrazioni di calabresi. Riace non si tocca! Invece di cacciare i mafiosi deportate le vittime dei trafficanti di morte. Vergogna!”. Così in un tweet il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris. “In Italia se sei il capo di un partito accusato di aver sottratto 49 milioni di euro agli italiani vai a capo del Governo, se sei il sindaco di Riace e sei non colluso con la mafia e dai anche dignità e speranza alla vita delle persone più deboli vieni arrestato”.
“È una decisione assurda ed ingiustificata. Mi auguro che dietro tale decisione non si celi l’obiettivo di cancellare una esperienza di accoglienza, estremamente positiva, il cui riconoscimento ed apprezzamento è largamente riconosciuto anche a livello internazionale. Chiedo al Ministro dell’Interno di rivedere questa decisione”. E’ quanto afferma il presidente della Regione Mario Oliverio dopo aver appreso la notizia secondo la quale il Viminale ha disposto con una circolare il trasferimento dei migranti accolti nei centri del Comune calabrese di Riace e ha chiesto all’amministrazione comunale la rendicontazione di tutte le spese sostenute, sollecitando “ad inviare la relativa documentazione secondo le modalità previste dal manuale di rendicontazione Sprar”.
LA RISPOSTA DEL MINISTRO SALVINI
“Ma quelli del Pd che parlano di ‘deportazioni’, sanno che l’indagine sulle gravi irregolarità di Riace, e del suo arrestato sindaco, erano state avviate da Minniti, mio predecessore al Viminale e oggi possibile segretario del loro partito?”. Lo scrive il ministro dell’Interno Matteo Salvini, su twitter.



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