Raccolta differenziata: il Comune di Rende parla del 70%, ma i dati sono altri (AUDIO)

Il dato è stato presentato a fine anno. Il sindaco Marcello Manna e l’assessore Domenico Ziccarelli avrebbero sottolineato il raggiungimento di quota 70% di raccolta differenziata a Rende. Ma Arpacal e Ispra dicono tutt’altro.

RENDE – Record differenziata? Quota 70%? I dati di Arpacal e dell’Ispra fanno emergere ben altre percentuali, non di poco conto, e di molto inferiori. In un territorio che soffre molto il problema, soprattutto nelle periferie dimenticate, dell’abbandono indiscriminato di rifiuti, il Comune di Rende nei giorni scorsi avrebbe dato notizia di una ‘stima’ record per quanto concerne la raccolta differenziata sul territorio vantandosi di un 70%.

Secondo l’Arpacal però, che ha pubblicato i dati relativi al 2018, aggiornati al 20 dicembre scorso, Rende raggiunge un modesto 57,89% di raccolta differenziata e quindici punti percentuali in meno rispetto a quanto annunciato, non sono pochi. Ad indurre ad una riflessione, rispetto al divario rilevante tra i dati ufficiali e quelli dell’amministrazione rendese è Matteo Olivieri, economista, che ai microfoni di Rlb, spiega anche come sia tristemente noto il fenomeno di rifiuti abbandonati, come siano palesi i problemi sulla raccolta e pone un dubbio: a chi interessa parlare di un dato così alto rispetto alla realtà?

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«Per quanto riguarda i metodi di calcolo – spiega Olivieri – dovrebbe essere il Comune a fornirli; quello che posso far rilevare da economista è che in questo momento in Italia (e il discorso è relativo non solo al caso rendese), esiste un problema di metodologia di calcolo, tant’è che l’Unione Europea e il Ministero dell’Ambiente hanno emanato delle linee guida per la standardizzazione del calcolo della raccolta differenziata. Ed è proprio per questo esistono i rapporti dell’Ispra e dell’Arpacal che rappresentano le fonti ufficiali».

«Il Comune può dire ciò che vuole, ma poi ciò che conta sono i rapporti di Ispra e Arpacal. Vorrei anche far rilevare l’assoluta concordanza di questi rapporti in quanto l’Arpacal certifica un 57,89% relativamente al 2018, mentre il rapporto dell’Ispra, che si ferma al 2017, parla di un 57,88%. Questo vuol dire che dal 2017 al 2018 la raccolta differenziata al Comune di Rende è sostanzialmente immutata, c’è stato un miglioramento minimo e questo è un altro interrogativo che va indirizzato al sindaco e all’assessore all’ambiente i quali dicono che da un anno all’altro, ci sia stato un miglioramento “netto”, ma quel 70% è lontanissimo».

«Dietro questi numeri ci sono fiumi di denaro che vanno e vengono»

«Se guardiamo il Testo Unico sull’Ambiente questo impone ai Comuni di raggiungere la quota del 65% di raccolta differenziata entro il 2012, cioè 7 anni fa. Siamo con 7 anni di ritardo e questo divario tra 70% e 57% non è indifferente. Questi numeri detti in un modo piuttosto che in un altro portano a due strade: se il dato è inferiore al 65% ci sono o multe da pagare; se è superiore si possono avere dei bonus. Ma nel primo caso però, addirittura appalti da rescindere oltre alle multe e qui il messaggio è chiaro. Dietro questi numeri ci sono flussi di denaro che vanno e vengono. Si deve capire se ci sono i contribuenti ad aprire il portafoglio o la società che gestisce il servizio di raccolta ad aprire il portafogli».