Cosenza
Caso Cloe, medico rinviato a giudizio
A distanza di sei mesi il caso si riapre con un rinvio a giudizio di uno dei medici per il quale, in un primo momento, venne archiviata la posizione
COSENZA – Ieri mattina il Gup Santese ha ritenuto rinviare a giudizio il medico Rosanna Camodeca, difesa dall’avvocato Pierluigi Pugliese, la cui posizione venne archiviata nell’aprile del 2017. Posizione stralciata dall’inchiesta che vede in giudizio anche un altro medico per il quale è stato richiesto un ulteriore esame della documentazione.
La posizione della Camodeca è stata riaperta sulla scia dell’ultima udienza tenutasi a novembre 2018 in cui i periti provenienti da Messina avrebbero messo in dubbio la condotta del medico adducendo a poca prudenza nella diagnosi e nelle cure necessarie per impedire l’evento morte. Sulla base di queste nuove affermazioni il Gup Santese chiese al pubblico ministero Tridico di rivalutare la posizione dell’indagato, autorizzando a riaprire le indagini. Per la difesa del medico non ci sarebbero prove e documenti, in tutte le consulenze, che provino la responsabilità di quest’ultimo, rimanendo fiduciosi nell’iter giudiziario di un processo che porterà certamente all’assoluzione dell’imputato.
I fatti
La bimba di appena quattro mesi, muore nell’ospedale Santobono di Napoli dove arrivò in gravi condizioni nell’aprile del 2014 dopo vari ricoveri presso l’ospedale di Cosenza. Cloe era stata colta da un’invaginazione intestinale, una sorta di “tappo” che impedisce al cibo e all’acqua di fluire nell’intestino correttamente. La bimba fu trasferita d’urgenza a Napoli. I medici capito il problema avrebbero operato d’urgenza, ma Cloe muore dopo tre giorni anche a causa dei danni cerebrali subiti.
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