Lanzino attacca gli “infami”

COSENZA – Boss e “infami”. E’ la parola, “infami”, quella che il capo dei capi, Ettore Lanzino, arrestato dopo quattro anni di latitanza, ha ripetuto davanti al gip Salvatore Carpino che, per rogatoria, ha interrogato

gli arrestati, “scovati” dai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza, coordinati dal colonnello Francesco Ferace, e dai militari dell’Arma del reparto speciale del Ros. Il boss, aria da duro, davanti al giudice per le indagini preliminari, non si è scomposto. L’uomo di ferro, il capo dei capi, il boss per antonomasia, come è stato definito dagli inquirenti, il giorno della sua cattura, più che scegliere il silenzio, ha deciso di parlare. La sua scelta difensiva è stata quella di accusare pentiti, collaboratori di giustizia, tutti gli “infami”, spiegando al giudice di essersi dato alla latitanza perchè, dopo essere stato detenuto per cinque anni in regime di isolamento e di carcere duro (il 41-bis, ndr), era stato assolto. Anche in quel caso, secondo il boss, ad incastrarlo con false accuse e “cantate” inventate sarebbero stati ex affiliati alle cosche. Finito l’interrogatorio, il boss, assistito dagli avvocati Marcello Manna e Gianluca Garritano, suoi legali di fiducia, ha fatto ritorno in cella. Lanzino, nello scorso mese di aprile, è stato destinatario di una sentenza di fine pena mai, perchè ritenuto il mandante di due omicidi di ‘ndrangheta. Restano in cella, anche Umberto Di Puppo, luogotenente di Lanzino. E’ stato proprio seguendo lui e marcandolo ad uomo, passo dopo passo, che nove mesi dopo, i carabinieri hanno “stanato” il capo dei capi nel suo rifugio rendese. Stessa identica sorte è toccata anche al vivandiere Renato Mazzulla. L’uomo, con piccoli precedenti alle spalle, difeso dall’avvocato Gianpiero Calabrese, è risultato, non solo il proprietario della mansarda di via Adige a Rende, dov’ è avvenuto l’arresto dei tre, ma anche intestatario di altri appartamenti sparsi tra Cosenza, Rende e l’hinterland che, secondo gli inquirenti, sono stati utilizzati dal boss come rifugi.