Calabria
Rivolta sui protocolli Inail di ristoranti e spiagge: “inapplicabili”. Regioni per conto loro
Levata di scudi contro le linee guida di Inail-Iss definite inapplicabili da ristoranti, pizzerie, bar e stabilimenti balneari che preferiscono non aprire. Alcune Regioni le hanno giĆ modificate per permettere di riaprire. E il Governo in vista del 18 apre a possibili deroghe
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COSENZA – Un protocollo di regole condivise tra tutte le Regioni per evitare, come sta giĆ accadendo, che si vada in ordine sparso. Tutto ruota attorno ai protocolli di sicurezza di Inail e ISS per poter riaprire ai clienti bar, ristoranti, pizzerie e soprattutto stabilimenti balneari da lunedƬ 18. Ma per molti titolari di esercizi queste norme sono inapplicabili e impossibili da seguire, tanto che a queste condizioni ĆØ meglio non aprire proprio. E senza dimenticare il “bubbone” sulla responsabilitĆ civile e penale in caso di contagio. Di questo e di una possibile deroga si sta discutendo nella videoconferenza in corso tra i presidenti di regione e il governo (presenti Boccia, Speranza e il presidente Conte) in vista dell’ulteriore apertura nella Fase 2. Anche perchĆØ diverse regioni hanno giĆ derogato a queste regole considerate troppo stringenti e di difficile attuazione.
Ad esempio l’Emilia Romagna, che si ĆØ giĆ portata avanti, ha concordato con le associazioni di categoria regole più snelle di quelle dell’Inail con un distanziamento ridotto nei ristoranti e negli stabilimenti balneari che stanno giĆ lavorando per riaprire. Il Veneto da lunedƬ riaprirĆ ai servizi per l’infanzia da 0 a 14 anni, i centri estivi e fattorie didattiche. E Zaia ha fatto sapere che con queste regole Inail spiagge e ristoranti non potranno mai aprire. Il Friuli invece apre subito piscine e palestre. Oppure la Sardegna che dopo aver riaperto tutto, dal 1 di giugno riaprirĆ anche ai voli dei turisti in arrivo dall’estero. Insomma per evitare che le Regioni vadano per conto loro sarebbe arrivata un’apertura da parte del presidente del consiglio Giuseppe Conte sulle regole “non ĆØ necessario il rispetto letterale dei protocolli di sicurezza indicati dall’Inail” avrebbe detto ma i protocolli differenziati delle regioni devono comunque rispettare i principi chiave delle linee guida.
Troppi i 5 metri tra gli ombrelloni
Partiamo dagli stabilimenti balneari e dall’accesso alle spiagge. Troppi i cinque metri di spazio tra gli ombrelloni soprattutto in quelle regioni che non hanno a disposizione centinaia di metri di spiaggia. Se queste distanze possono essere applicate nella rivera romagnola, in Versilia o a Fregene, diventano impossibili da rispettare nelle regioni con una grande erosione costiera come ad esempio la Liguria che ha stabilito che la distanza tra gli ombrelloni potrĆ essere di 3 metri, mentre tra i lettini in fila basta solo un metro e mezzo. Anche la stessa Calabria, che non ha certo spiagge chilometriche, difficilmente riuscirĆ a rispettare queste distanze.
Troppi quattro metri per i clienti nei bar e ristoranti
Ancora più spinoso il nodo legato a ristoranti, trattorie, bar e pizzerie. Migliaia di ristoratoriĀ hanno giĆ fatto sapere che a queste condizioni riaprire ĆØĀ praticamente impossibile. Le linee guida prevedono, infatti, che in ogni ristorante il cliente debba poter utilizzare unāarea di quattro metri quadrati senza incontrare nel suo spazio altre persone e provvedere a una distribuzione di due metri ālineariā di distanza tra tavolo e tavolo. Prendiamo un locale tra i 90 e 100 metri quadrati. Se prima si riuscivano a gestire da 70 o 80 coperti, con le nuove regole il numero scende drasticamente a poco meno di una trentina. Considerando anche le spese di sanificazione del locale, quelle diĀ gestione e senza una drastica riduzione di bollette e tasse significa condannare a morte certa gran parte dei ristoranti che hanno stimato perdite dal 60 al 70% del fatturato.



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