Calabria
Legge sui vitalizi, dopo le polemiche ora si pensa al dietro front… ma a metà!
Per il PD e i Democratici Progressisti “una tempesta in un bicchier d’acqua e nessun ripristino dei cosiddetti vitalizi”. Ma intanto Lega e Fratelli d’italia stanno lavorando ad una bozza che annullerebbe la legge approvata 3 giorni fa. O meglio, si tratterebbe di eliminare solo la parte in cui si prevede il vitalizio per chi poi dovesse essere dichiarato ineleggibile.
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COSENZA – Arriva il mea culpa dei consiglieri regionali dopo le roventi polemiche che hanno travolto palazzo Campanella per l’ultimo provvedimento sui vitalizi approvato bipartisan nel giro di appena 2 minuti e senza nemmeno la discussione sulla modifica dell’articolo 7 comma 4 della legge che permetterebbe anche a chi ricopre la carica per 1 solo giorno e poi decade, di godere dello stesso privilegio di chi invece rimane per un’intera legislatura. Dopo le furibonde polemiche sarebbe arrivata la retromarcia anche se parziale. Lega e Fratelli d’Italia stanno lavorando ad una bozza che annulla la modifica alla Legge regionale 31 maggio 2019, n. 13 o meglio, si tratterebbe di eliminare solo la parte in cui si prevede il vitalizio per chi poi dovesse essere dichiarato ineleggibile. Resterebbero invece i contributi in caso di scioglimento anticipato della legislatura. Se la giunta decade per qualsiasi motivo i consiglieri potranno continuare a versare i contributi per tutti e 5 gli anni e poi ricevere la rendita. “Lunedì mattina depositeremo una proposta di legge regionale per ripristinare l’inammissibilità alla contribuzione volontaria del consigliere regionale la cui elezione sia stata annullata” scrivono in nota congiunta, Filippo Pietropaolo e Tilde Minasi, capigruppo in consiglio di Fratelli d’Italia e Lega. “Siamo certi che sulla proposta ci sarà la più ampia convergenza da parte delle forze politiche presenti in Consiglio. La necessità di una tempestiva abrogazione nasce da profili giuridici e finanziari che non è stato possibile”.
Intanto la conferenza dei capigruppo si riunirà giovedì prossimo, 4 giugno, alle 12. Lo ha deciso il presidente del Consiglio regionale Domenico Tallini. La riunione servirà a decidere la data di convocazione del Consiglio regionale, ma soprattutto per concordare la procedura di cancellazione della norma sull’ammissione alla contribuzione volontaria e al conseguente beneficio della ‘indennità differita’ dei Consiglieri regionali la cui elezione è stata annullata. Tale norma – aggiunge il presidente del Consiglio regionale – non è in linea con quanto stabilito nel 2019 nelle intese della Conferenza Stato-Regioni e della Conferenza dei presidenti delle Assemblee Legislative delle Regioni italiane. La discussione in Consiglio regionale sarà l’occasione giusta per un’operazione-verità sulla materia e per fare chiarezza sull’applicazione della legge n. 13 del 2019 che ha segnato una forte e netta discontinuità con il passato”.
Per i consiglieri regionali del Pd Bevacqua, Guccione, Irto, Notarangelo e Tassone e consiglieri dei democratici progressisti Aieta e Sculco quella che si è scatenata è “una tempesta in un bicchier d’acqua. Rispetto alle modifiche apportate dal Consiglio regionale alle norme sul trattamento di reversibilità e sulle indennità di fine rapporto, la polemica in atto è priva di fondamento e merita una chiara puntualizzazione. Innanzitutto, smentiamo categoricamente che si tratti del ripristino dei cosiddetti ‘vitalizi’, i quali non esistono più già per gli eletti nella passata consiliatura. Non c’è stato – proseguono gli esponenti di Pd e Dp – nessun tentativo di riportare in vita cose inesistenti: chi lo afferma, forse è male informato. In tutta Italia esiste soltanto il sistema contributivo. La Calabria, pertanto, non ha fatto altro che allinearsi a quanto stabilito nella Conferenza Stato-Regioni del 3 aprile 2019: modificando un semplice comma. L‘errore commesso è stato quello di riconoscere, anche a un consigliere dichiarato a posteriori ineleggibile, la possibilità di continuare a versare i contributi fino alla fine della consiliatura di riferimento. Si tratta – sostengono ancora i consiglieri – di un caso che, riguardo agli ultimi 40 anni, potrebbe risultare di interesse per non più di due o tre consiglieri regionali. Ma è comunque sbagliato. E perciò, una delegazione dei rispettivi gruppi, ha avuto oggi un lungo colloquio con il presidente del Consiglio regionale, Domenico Tallini, il quale si è impegnato a parlare con le altre forze politiche e ad elaborare una proposta di modifica per eliminare questa incongruenza. Lo ringraziamo pubblicamente per avere da subito condiviso le osservazioni, dimostrando l’equilibrio proprio del ruolo di garanzia che ricopre. Di fronte a un errore – concludono i consiglieri di Pd e Dp – lo si riconosce e si lavora per eliminarlo, utilizzando gli strumenti e le sedi appropriate, quali sono, appunto, nella fattispecie, la Conferenza dei capigruppo e il Presidente dell’Assemblea Legislativa. Questo fa una classe dirigente responsabile e che si ritiene tale”.
C’è poi chi prende le distanze come Pippo Callipo che sottolinea come quello del taglio ai costi della politica è un impegno che assunto in campagna elettorale e che intende portare avanti con determinazione “ho apposto la mia firma, dopo quella di altri 7 capigruppo di maggioranza e di minoranza, su una proposta di legge che ‘non comporta maggiori o nuovi oneri a carico del bilancio regionale’. Così è scritto chiaro e tondo nel documento che mi è stato sottoposto in coda alla seduta di martedì 26 maggio e che risulta agli atti del Consiglio regionale. Non avrei mai avallato nulla che potesse aumentare i costi della politica. Se la modifica della normativa sui vitalizi si traduce, invece, in un aumento dei suddetti costi significa che mi è stato proposto di sottoscrivere un documento non veritiero e per questo mi tutelerò nelle sedi opportune“.
Chi invece parla di vero e proprio errore nell’approvare questa modifica alla legge che andrebbe immediatamente eliminata, è Graziano Di Natale, consigliere regionale e segretario-questore dell’assemblea regionale “l’approvazione delle modifiche alla Legge regionale 31 maggio 2019, n. 13 ‘è stata frutto di in un chiaro errore a cui bisogna rimediare correndo ai ripari nella prossima seduta consiliare . La mia storia politica, sempre dedita all’impegno, al sacrificio e alla passione, parla da sé – prosegue Di Natale – come la mia vita, orientata da sempre al lavoro e puntata verso esempi di onestà e correttezza e non sono certo intenzionato a discostarmene neanche di un millimetro. Chi mi conosce sa che ho ricoperto gli incarichi assegnatimi dagli elettori con grande senso di responsabilità. Dal 2017 ricopro l’incarico di presidente del Consiglio comunale di Paola, la mia città, e ho devoluto la relativa indennità in iniziative volte allo sviluppo del territorio. Sono alla mia prima esperienza in Consiglio regionale e non voglio assolutamente che passi il messaggio del conformismo e del pressappochismo rispetto a uno spirito ‘di casta’ che è lontano anni luce dal mio pensiero e dal mio agire. Nella scorsa seduta del Consiglio regionale – aggiunge Di Natale – la discussione-lampo del punto illustrato come atto dovuto, con per di più la sottolineatura che non comportasse costi aggiuntivi, giunta alla fine di lavori consiliari che hanno impegnato l’aula per molte ore, ha determinato sicuramente una sottovalutazione della portata e del reale contenuto del provvedimento. Perciò, personalmente dichiaro sin da subito di rinunciare ai benefici della legge in questione e ancora di più propongo che la stessa legge venga abrogata dal Consiglio regionale nella prossima seduta utile”.



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