In fiamme la colonia felina dell’associazione ‘Il Gattonero onlus’: «gesto criminale»

“Siamo tornati alla colonia, l’incendio è divampato dall’interno, dal centro del terreno della colonia e non dalla spazzatura come in prima ipotesi si voleva giustificare e credere”

REGGIO CALABRIA – C’è tanta rabbia nelle parole dei volontari dell’Associazione “Il Gattonero onlus onlus” provati dall’incendio che ha distrutto la colonia felina di Via Lia. Inizialmente infatti, si era parlato dell’incendio partito da un cumulo di rifiuti: “Esternamente da un lato c’era della spazzatura che si è bruciata e vicino a questa, una macchina bruciata sul davanti. La barbarie del gesto non è giustificabile né ammissibile“.

Secondo i volontari che operano nella colonia felina, si tratterebbe di un gesto criminale perchè la colonia “è conosciuta, è dichiarata e censita sia al comune che all’Asl. Tutti sanno che lì c’è una colonia! Chiunque abbia appiccato il fuoco, incendiato l’erba, la spazzatura o qualsiasi altra cosa, lo ha fatto con la consapevolezza che lì c’erano dei gatti innocenti”. “Ci auguriamo siano fuggiti tutti. E non osiamo nemmeno pensare a cosa sarebbe accaduto se l’automobile fosse esplosa”.

La realtà presente a Reggio Calabria è stata creata inoltre, a spese dei volontari con il solo obiettivo di dare ai gattini randagi un rifugio. Dopo l’incendio alcuni gattini sono tornati e la presidente Daniela Gironda ha denunciato l’azione a suo dire criminale. L’incendio ha distrutto i rifugi, i bancali, le cucce… Forse “alla gente di Reggio Calabria dava fastidio l’esistenza di una colonia pulita ed accudita! Dava fastidio che i gatti avessero una alternativa al finire schiacciati dalle auto! Agli abitanti di Reggio dava fastidio che qualcuno avesse un pensiero per questi poveri mici dimenticati da tutti! E allora cosa hanno ben pensato di fare? Darle fuoco”.

L’appello alle istituzioni

“Ci rivolgiamo alle autorità nell’approssimarsi delle elezioni, questo schifo deve finire – scrive la presidente dell’associazione. – Non è possibile che una città come Reggio sia rimasta al medioevo come tutela degli animali. E ci rivolgiamo a chi può perché ci aiuti”.