Archivio Storico News
Annunziata, per il decesso Anna Fata: è scontro tra periti
COSENZA – Guerra di perizie. Il processo a carico di tre medici dell’Annunziata (Carlo De Rose, Mario Tortorella e Pietro Aiello, ndr), finiti sotto inchiesta per la morte, avvenuta nel dicembre del 2007, di
Anna Fata, rischia di rimanere imprigionato nel labirinto delle perizie di parte. Andiamo con ordine, lo scontro fra periti vede impegnati, da un lato gli esperti Bonocore e Gallotta, nominati all’epoca dall’ufficio del gup per fare chiarezza sulla vicenda e sulla responsabilità dei tre camici bianchi, dall’altro, invece, c’è il dottor Ricci, incaricato dal tribunale di fare lo stesso. I primi due periti, in base alle loro valutazioni sul caso, hanno riconosciuto che la 53enne, spirata all’Annunziata, in seguito ad un intervento chirurgico per un’ernia, è stata vittima di un errore medico, commesso dai tre imputati, la relazione del perito, nominato dal tribunale durante l’avvio della fase dibattimentale, è arrivato, invece, ad una conclusione diversa, alleggerendo la posizione dei tre medici. Una duplice verità che i familiari della vittima, rappresentati dall’avvocato Maurizio Vetere, non hanno accettato. Loro vogliono sapere chi ha stroncato la vita alla loro congiunta e sperano che per quella vita spezzata ci sia qualcuno che paghi. Non per sete di vendetta, ma per desiderio di verità e giustizia. Il legale della famiglia Fata, ha avanzato ed ottenuto dal giudice monocratico Giusy Ferrucci, un confronto tra le due perizie. Il confronto avverrà il 7 dicembre. Anche un fratello di Anna Fata, assistito dall’avvocato Angela D’Elia, vuole la verità, al pari dei suoi congiunti, così come una terza figlia della 53enne che, per avere giustizia, s’è rivolta all’avvocato Franco Sammarco. I tre medici che, sin dal loro coinvolgimento nell’inchiesta, hanno sempre sostenuto la loro estraneità dall’ipotesi accusatoria di omicidio colposo, sono, invece, assistiti dagli avvocati Calabrese, Caruso, Lucanto e Cipparrone. L’avvocato Maurizio Vetere, sempre nell’udienza davanti al giudice monocratico Ferrucci, ha citato in giudizio l’Azienda ospedaliera di Cosenza, assistita dal legale Francesca Stancati. Nel processo è entrato anche il tribunale per i diritti del Malato, costituitosi parte civile.



Social