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Dipendenti sfruttate e minacciate, nei guai due imprenditori

Calabria

Dipendenti sfruttate e minacciate, nei guai due imprenditori

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Guardia di finanza 103

Due misure cautelari sono state eseguite dalla Guardia di Finanza nei confronti dell’amministratore di diritto e di fatto di un’attività all’interno di un centro commerciale

 

LAMEZIA TERME – Due persone, G.S. di 70 anni e M.A. 73enne, entrambi di Pianopoli sono stati raggiunti da una misura cautelare interdittiva del divieto di esercitare attività d’impresa. La Guardia di finanza ha anche eseguito un decreto applicativo della misura del controllo giudiziale dell’attività commerciale e contemporaneamente, il sequestro preventivo di circa 187.000 euro, costituenti il profitto del reato.

L’operazione ha fatto emergere come gli indagati, dal 2016, avrebbero impiegato manodopera per lo svolgimento dell’attività di commercio della loro azienda, sottoponendo 8 dipendenti a condizioni di sfruttamento, corrispondendo loro retribuzioni difformi dai contratti collettivi nazionali, violando la normativa relativa all’orario di lavoro e approfittando del loro stato di bisogno.

Dipendenti assunte part time lavoravano anche 55 ore a settimana

Le dipendenti sono state assunte con contratto part-time che prevedeva prestazioni lavorative pari a 20/25 ore settimanali per le quali venivano retribuite. In realtà le donne avrebbero lavorato dalle 48 alle 55 ore settimanali, compresi anche i giorni festivi per i quali non veniva corrisposta alcuna indennità. Inoltre sarebbero state costrette a rinunciare alla metà dei giorni di ferie previsti ed alla 14^ mensilità attraverso minacce, in alcuni casi esplicite, di licenziamento laddove non avessero accettato queste condizioni. Inoltre i finanzieri hanno accertato che le buste paga delle dipendenti venivano formate con modalità fraudolente, poiché sulle stesse veniva certificata l’esecuzione di prestazioni lavorative in misura inferiore rispetto a quelle effettivamente svolte, nonché retribuzioni e ferie delle quali di fatto non godevano.

I due imprenditori sono indagati anche per il reato di autoriciclaggio, dal momento che avrebbero reimpiegato il denaro costituente il profitto delle condotte di sfruttamento del lavoro nell’attività imprenditoriale della citata società, ostacolando l’identificazione della sua provenienza delittuosa attraverso l’utilizzo delle predette buste paga artatamente formate allo scopo. E’ stata, inoltre, contestata la responsabilità amministrativa della società poichè i due imprenditori hanno commesso i reati contestati a vantaggio dell’impresa nei confronti della quale è stato disposto il controllo giudiziario.

Filcams Cgil Area Vasta “Ci auguriamo che queste attività siano intensificate”

“La Guardia di Finanza del Comando provinciale di Catanzaro ha portato alla luce lo sfruttamento di ulteriori otto dipendenti operanti nel settore della ristorazione, ed oggetto di violazioni contrattuali e salariali, ormai divenuti una costante in questo settore nel territorio lametino. Ci auguriamo che l’azione investigativa a tutela del ripristino delle condizioni di legalità che devono caratterizzare ogni forma di lavoro per garantire oltre al salario anche la dignità dei lavoratori, possa proseguire in siffatta direzione con l’auspico di una ulteriore intensificazione”. E’ quanto afferma il segretario generale Filcams Cgil Area Vasta, Armano Labonia, in merito all’operazione delle Fiamme gialle che questa mattina hanno eseguito due misure cautelari a carico di soggetti ritenuti responsabili del reato di sfruttamento del lavoro. “Siamo certi – afferma ancora Labonia – che questo sforzo non solo della GdF ma anche di tutti gli altri organi di controllo, possa ridurre questo fenomeno che mina pesantemente le fondamenta del tessuto sociale e territoriale, e in tale direzione vigileremo mantenendo alta l’attenzione affinché, ognuno nel rispetto delle proprie prerogative, sostenga l’azione degli organi competenti”.

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