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Inquinamento e rifiuti pericolosi, sequestrato complesso industriale da 24 milioni

Calabria

Inquinamento e rifiuti pericolosi, sequestrato complesso industriale da 24 milioni

Scoperto l’ennesimo llecito ambientale nell’area industriale lametina. Una persona denunciata. Sequestrato un complesso industriale di 40.000 metri quadri

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complesso industriale lamezia sequestro

 

LAMEZIA TERME – Ancora una volta nel mirino degli investigatori è finita l’area industriale Papa Benedetto XVI di Lamezia Terme. Una persona è stata denunciata ed è stato posto sotto sequestro un intero insediamento produttivo. Le indagini hanno permesso di accertare che una nota azienda locale, specializzata nell’attività di trattamento di zincatura di materiali ferrosi, scaricava illecitamente le acque piovane, venute a contatto con rifiuti speciali anche pericolosi, direttamente nei piazzali situati all’esterno dello stabilimento e nella condotta della rete consortile delle acque bianche, senza alcun trattamento. E’ stato infatti, accertato che l’impianto di depurazione dello stabilimento risultava quasi costantemente inattivo.

complesso industriale lamezia sequestro 03

Inoltre, all’interno del complesso produttivo sono stati rinvenuti diversi cumuli di rifiuti speciali pericolosi tra cui pneumatici fuori uso, batterie al piombo, fusti contenenti olii minerali esausti, con evidenti fuoriuscite del contenuto sul suolo, ponteggi e strutture metalliche visibilmente ossidati, nonché fusti metallici, all’interno dei quali era depositata cenere di zinco e masse solide di scorie prodotte durante le fasi di zincatura, e rifiuti solidi urbani frammisti a quelli speciali (bombolette spray di zinco). Tale materiale, ammassato e senza alcuna idonea protezione, era stato lasciato sul piazzale attiguo allo stabilimento, in aree non pavimentate, esposto all’azione degli agenti atmosferici e meteorologici.

complesso industriale lamezia sequestro 02

E’ stato, inoltre, constatato che le attività di lavorazione delle polveri prodotte dallo zinco non subivano alcun processo di filtraggio, poiché l’impianto di abbattimento delle emissioni in atmosfera, destinato alla captazione degli elementi inquinanti emessi dal processo di lavorazione, non era conforme alle prescritte autorizzazioni, e si appurava per questo la presenza di esalazioni diffuse all’interno dello stabilimento.

Infine, il personale tecnico dell’Arpacal ha accertato che l’azienda non aveva ottemperato a diverse prescrizioni contenute nell’Autorizzazione Integrale Ambientale rilasciata dal Dipartimento Ambiente e Territorio della Regione Calabria. Le attività hanno così consentito di accertare la responsabilità dell’amministratore della società di capitali, per plurimi reati in materia ambientale, e di sottoporre a sequestro preventivo l’intero complesso industriale, sito su una superficie di circa 40.000 mq., per un valore complessivo di oltre 24 milioni di euro.

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