Calabria
DOSSIER – Mare calabrese “illegale” e malato: 2,7 reati ogni chilometro di costa
“Mare Monstrum 2021” di Legambiente vede la maggiore concentrazione di reati tra Campania, Sicilia, Puglia, Lazio e Calabria
COSENZA – Sebbene lo scorso anno, quello cruciale della pandemia, abbia fatto registrare una leggera flessione (-5,8% rispetto al 2019) nel numero complessivo di illeciti ai danni del patrimonio marino e costiero (22.248 quelli accertati, una media di 61 al giorno, 2,5 ogni ora), il cemento abusivo continua a spadroneggiare lungo le coste italiane, mentre la pesca di frodo dilaga. Lo dice Legambiente – illustrando il dossier “mare Monstrum 2021” elaborato su dati di forze dell’ordine e Capitanerie di porto – indicando tuttavia una “leggera flessione nel 2020 (-5,8% rispetto al 2019) nel numero complessivo di illeciti ai danni del patrimonio marino e costiero (22.248 quelli accertati, una media di 61 al giorno, 2,5 ogni ora)” con “il virus ecocriminale” che “non allenta la sua morsa”.
Crescono le denunce, balzo della pesca di frodo
La maggiore concentrazione di reati, secondo il dossier, è tra Campania, Sicilia, Puglia, Lazio e Calabria. Cresce il numero di persone denunciate e arrestate e quello dei sequestri mentre diminuiscono i reati legati al ciclo dei rifiuti e all’inquinamento. Nel dettaglio, il rapporto indica in cima alla classifica del mare illegale 2020, il ciclo del cemento, rimasto su valori assoluti altissimi (il 42,9% dei reati accertati). Migliori notizie sul fronte degli illeciti legati al ciclo dei rifiuti e all’inquinamento marino, diminuiti dell’11,6% per l’impatto del lungo periodo di lockdown sulle attività economiche, anche se i quasi 7mila reati accertati nel settore, più di 19 al giorno, pesano sul totale nazionale per il 31%. Balzo in avanti per la pesca di frodo (il 23,3% dei reati accertati) che ha cercato di “approfittare” della pandemia, come dimostra il numero impressionante di sequestri effettuati: 3.414 contro i 547 del 2019, dagli attrezzi usati illegalmente in mare alle tonnellate di prodotti ittici requisiti. Cresce, in generale, il numero di persone arrestate e denunciate per aggressioni alle coste e ai mari italiani, 24.797 (+24% rispetto al 2019), e quello dei sequestri che hanno toccato quota 8.044 (+9,9%) per un valore di 826 milioni di euro.
In 20 anni 378.068 illeciti, la metà in quattro regioni
Per numero di reati, al primo posto c’è la Campania (con 4.206 illeciti, il 18,9% di quelli registrati a livello nazionale), seguita da Sicilia, Puglia, Lazio e Calabria. Alla Campania, “raggiunta” dal Molise, va anche il primato nell’incidenza di illeciti per chilometri di costa: 9 i reati accertati per ogni km in entrambe le regioni (tre volte la media nazionale), seguite da Basilicata e Abruzzo. Dal 1999 al 2020, osserva Legambiente, “si sono registrati 378.068 illeciti, di cui 206.532 nelle sole quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa, Campania, Puglia, Sicilia e Calabria, dove si è concentrato il 54,6% del totale nazionale. Un’incidenza che lo scorso anno è cresciuta, arrivando al 55,3% dei reati”.
Stallo sulle demolizioni abusive
Per quanto riguarda l’abusivismo edilizio, le ordinanze di demolizione di immobili eseguite raggiungono “appena il 24,3% nei Comuni costieri. Uno stallo che perdura ormai da troppi decenni, di fronte al quale l’associazione chiede a gran voce che della demolizione dell’abusivismo storico si occupi direttamente lo Stato, nella figura dei prefetti”. “Dopo la decisione, a nostro avviso sconcertante – afferma Enrico Fontana, responsabile dell’Osservatorio Ambiente e legalità di Legambiente – di dichiarare inammissibili gli emendamenti al decreto Semplificazioni presentati alla Camera da ‘Facciamo Eco’ e Leu, con cui garantire una corretta interpretazione della norma che ha introdotto i poteri sostitutivi delle Prefetture per le ordinanze emesse dai Comuni ma non eseguite, chiediamo al premier Draghi e ai ministri competenti di intervenire perché non sia snaturato il senso della legge approvata nel 2020. Sono già centinaia le ordinanze di demolizione trasferite dai Comuni alle prefetture competenti che rischiano, altrimenti, di restare lettera morta”.
Calabria ai primi posti per illegalità
Nella classifica del Mare illegale, sulle attività illecite, la Calabria si colloca al quinto posto con 1.934 reati; 2.030 persone denunciate e arrestate, 911 sequestri effettuati. Rispetto ai chilometri di costa, la Calabria si posiziona all’undicesimo posto con 1.934 reati su 715,7 Km di costa (2,7 reati per km). I dati emersi dall’edizione 2021 del dossier “Mare Monstrum”, elaborato da Legambiente su dati di forze dell’ordine e Capitanerie di porto.
Mare inquinato, abusivismo e pesca illegale
Nella classifica dell’illegalità nel ciclo del cemento nelle regioni costiere, la Calabria è al quarto posto con 1.082 infrazioni accertate, 1003 persone denunciate e arrestate e 353 sequestri effettuati. La Calabria si colloca al quarto posto anche nella classifica del Mare inquinato con 458 infrazioni accertate, 635 persone denunciate e arrestate e 275 sequestri effettuati. Posizione numero quattro anche nella pesca illegale con 374 infrazioni accertate, 373 persone denunciate e arrestate e 280 sequestri effettuati. Ammontano a 40446 kg i prodotti ittici sequestrati su 715,7 km di costa.
Serve opera di prevenzione e controllo dei Comuni
“Il dossier Mare monstrum – spiega la presidente di Legambiente Calabria, Anna Parretta – rivela che la nostra regione è sempre stabilmente ancorata nelle posizioni più alte delle classifiche dell’illegalità. L’attività della Magistratura e delle Forze dell’Ordine, anche grazie alla legge n.68/2015 sugli ecoreati, sta lentamente modificando lo stato delle cose. Tuttavia, particolarmente gravi continuano ad essere i dati relativi all’abusivismo edilizio, alla mala depurazione ed alla pesca illegale che interessano le bellissime coste ed i mari calabresi. E’ necessaria da parte delle Amministrazioni preposte un’ opera di prevenzione e controllo a tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini. Ed è inoltre incomprensibile, in uno Stato di diritto, che omissioni ed abusi non vengano colpiti e sanzionati con celerità, nel rispetto della normativa vigente, ripristinando, oltre ai luoghi, anche quel clima di legalità e rispetto delle regole, così importanti per il vivere civile e per il benessere della collettività”.
Il “cancro” della maladepurazione
Forti segnali d’allarme arrivano poi dalle inchieste raccontate nel capitolo di ‘mare Monstrum’ dedicato ai casi d’inquinamento legati a depuratori inesistenti o mal funzionanti, scarichi fognari abusivi, sversamenti illegali di liquami e rifiuti e soprattutto dal lavoro di ricerca, svolto anche quest’anno, sullo sfruttamento selvaggio delle risorse ittiche del Mediterraneo. Problemi annosi che, secondo Legambiente, richiedono finanziamenti adeguati per mettere in regola sistemi fognari e di depurazione, l’introduzione di nuove norme e sanzioni per il contrasto alla pesca illegale, il recepimento della normativa europea sulla gestione delle aree portuali e dei rifiuti prodotti dalle navi, una regolamentazione stringente per lo scarico dei rifiuti liquidi.
SCARICA IL DOSSIER “MARE NOSTRUM 2021” DI LEGAMBIENTE



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