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Covid, Gimbe: “in Calabria aumento dei casi. Modello francese non applicabile”

Calabria

Covid, Gimbe: “in Calabria aumento dei casi. Modello francese non applicabile”

Il monitoraggio indipendente settimanale della Fondazione Gimbe fa rilevare un aumento dei casi in Calabria nella settimana dal 7 al 13 luglio. Cartabellotta: “il modello green pass francese non è applicabile a breve”

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Tamponi covid 8

ROMA – L’Italia registra un incremento del 61,4% di nuovi casi Covid (8.989 rispetto a 5.571) nella settimana 7-13 luglio rispetto alla precedente, ma diminuiscono i ricoveri e i decessi. E’ quanto rileva il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe. I ricoveri diminuiscono dell’11,3% (erano 1271, sono ora 1128) dato che corrisponde a 143 persone in meno, i decessi del 35,8% (104 rispetto ai 162 della settimana precedente) con una media di 15 al giorno rispetto ai 24 della settimana precedente.

“Sul fronte dei nuovi casi – rileva Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe – si registra un netto incremento settimanale, peraltro sottostimato da un’attività di testing in continuo calo, che rende impossibile un tracciamento adeguato dei contatti”. Dall’inizio di maggio il numero di persone testate settimanalmente si è infatti progressivamente ridotto del 56,3%, passando da 662.549 a 289.869. Nella settimana 7-13 luglio in tutte le Regioni, ad eccezione di Basilicata e Valle D’Aosta, si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi rispetto alla settimana precedente per la progressiva diffusione della variante Delta. Sul fronte delle terapie intensive gli ingressi sono trenta in meno (-16%).

“Il trend dei pazienti ospedalizzati – sottolinea Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione Gimbe – prosegue la sua discesa sia in area medica che in terapia intensiva, dove l’occupazione di posti letto da parte dei pazienti Covid si attesta al 2%”. Tuttavia, dopo tre mesi di discesa, il monitoraggio rileva che gli ingressi giornalieri sono in lieve aumento, da cinque a sette.

In Calabria casi in aumento rispetto alla settimana precedente

Nella settimana dal 7 al 13 luglio, in Calabria, è ancora in miglioramento la performance per i casi attualmente positivi ogni 100 mila abitanti (108) anche se si registra un aumento dei nuovi casi, rispetto ai sette giorni precedenti, del 47,3%. Dal report settimanale sull’andamento del Covid 19 in Calabria restano ampiamente sotto soglia di saturazione i posti letto in area medica (6%) e terapia intensiva (1%), mentre la percentuale di popolazione con ciclo completo è pari al 36,6% a cui aggiungere un ulteriore 19,8% solo con prima dose.

La popolazione over 80 calabrese con ciclo vaccinale completo raggiunge il 78,2% a cui aggiungere un ulteriore 4,4% solo con prima dose. I 70/79enni con ciclo completo sono invece il 68,5% a cui aggiungere un ulteriore 15,8% solo con prima dose. Nella fascia di popolazione 60-69 anni il ciclo completo riguarda il 56,3% del totale a cui aggiungere un ulteriore 21,9% solo con prima dose. Più alta della media nazionale la percentuale di popolazione over 60 che non ha ricevuto nessuna dose di vaccino: il 18,8% a fronte della media Italia del 12,4%.

Vaccini “grandi incognite”

Le stime “di oltre 94 milioni di dosi per il terzo trimestre non sono realistiche”. Con 42 milioni di dosi di vaccini a vettore adenovirale per i quali è stata ventilata la sospensione delle consegne per mancato utilizzo da parte delle Regioni e il ‘flop’ del vaccino CureVac che non ha superato i test clinici del quale erano previste per il terzo trimestre 6,4 milioni di dosi “ si potrà disporre solo di 45,5 milioni di dosi di vaccini a mRNA”.

Secondo il monitoraggio della Fondazione Gimbe al 14 luglio sono state consegnate 63.659.024 dosi e “al momento è impossibile fare previsioni per il 3° trimestre visto che l’ultimo aggiornamento del piano delle forniture risale allo scorso 23 aprile, in assenza di un consuntivo ufficiale, non è noto se le 15,2 milioni di dosi non consegnate nel 2° trimestre saranno recuperate o meno nei prossimi mesi”.

Stabile nell’ultima settimana il numero di somministrazioni ( 3.758.700) con una media di 543.873 inoculazioni al giorno. “Un numero di somministrazioni – rileva il monitoraggio – che, nonostante oltre 4,8 milioni di dosi “in frigo”, rimane stabile sia per la crescente diffidenza degli over 60 verso i vaccini a vettore adenovirale (2,7 milioni di dosi disponibili), sia per la necessità di accantonare oltre 2,16 milioni di dosi di vaccini a mRNA per i richiami, viste le incertezze sulle forniture che impongono alle Regioni continui stop & go delle agende”.

Variante Delta: a rischio 2,2 milioni di over 60 senza vaccino

La progressiva diffusione della variante delta determinerà un incremento del numero dei contagi. Ma anche con una circolazione virale elevata, l’impatto dei contagi sui servizi sanitari sarà inferiore rispetto alle ondate precedenti. Per la Fondazione Gimbe tenendo conto del “progressivo aumento dei casi e della diffusione di questa variante che è destinata a diventare prevalente” il monitoraggio rileva che “nel nostro Paese il tallone d’Achille continua ad essere rappresentato dagli oltre 4,77 milioni di over 60 a rischio di malattia grave non coperti dalla doppia dose di vaccino”.

Di questi, 2,22 milioni (12,4%) non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose di vaccino con rilevanti differenze regionali (dal 21,8% della Sicilia al 7,2% della Puglia), mentre 2,55 milioni (14,2%) devono completare il ciclo dopo la prima dose (1.856.129 con AstraZeneca, 596.190 con Pfizer-BioNTech, 96.503 con Moderna). “Il balzo in avanti rispetto ai 5,75 milioni di over 60 non adeguatamente protetti della scorsa settimana – rileva Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione Gimbe – è quasi esclusivamente legato al completamento di cicli vaccinali: non cresce il numero di over 60 che ricevono la prima dose, segno di una persistente esitazione vaccinale in questa fascia di età”. Peraltro, secondo il report “il trend di somministrazione delle prime dosi per fasce di età conferma l’appiattimento delle curve degli over 80 e delle fasce 70-79 e 60-69 e una flessione per tutte le altre classi d’età con notevoli differenze di copertura”.

Green pass modello francese non applicabile

Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe sottolinea: “se per limitare la circolazione del virus rimangono fondamentali i comportamenti virtuosi l’utilizzo del green pass sul modello francese per l’accesso a bar, ristoranti e altre attività, seppur auspicabile è poco applicabile a breve termine per vari ostacoli che dovrebbero essere fronteggiati e rimossi”.

“Innanzitutto – spiega – l’indisponibilità di vaccini per tutti coloro che vorrebbero riceverli e la non gratuità dei tamponi in tutte le Regioni genera un rischio di discriminazione; in secondo luogo, servono strumenti e risorse per controlli serrati e sistematici; infine, manca una legge sull’obbligo vaccinale per chi svolge mansioni a contatto col pubblico”.

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