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Gira armato di coltello in pieno centro e aggredisce i carabinieri, bloccato e arrestato

Calabria

Gira armato di coltello in pieno centro e aggredisce i carabinieri, bloccato e arrestato

I militari di Bianco sono intervenuti a seguito di un segnalazione secondo cui un nigeriano si aggirava per le strade cittadine, minacciando e terrorizzando la popolazione

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carabinieri bianco 1

BIANCO (RC) – A Bianco, i Carabinieri hanno arrestato M.I., nigeriano di 35 anni, perché responsabile di una violenta aggressione con coltello nei confronti dei militari dell’Arma intervenuti a seguito di una chiamata al 112. Numerosi i reati contestati. Ora il giudice ha disposto il carcere.

Nel primo pomeriggio di venerdì, i militari della Compagnia di Bianco sono intervenuti nel centro abitato a seguito di segnalazione giunta al 112 circa la presenza di un uomo di colore aggirarsi armato di coltello per le strade cittadine, minacciando e terrorizzando la popolazione.

L’uomo rapidamente individuato nei pressi di via Garibaldi come nigeriano ospite del progetto “SPRAR” di Bianco, all’atto del controllo, ha dato luogo a una vera e propria escalation di violenza contro i militari dell’Arma e contro alcuni cittadini inermi. Dapprima ha minacciato di morte i carabinieri, gli si è scagliato contro brandendo un grosso coltello da cucina e sferrando più fendenti che sarebbero potuti essere letali, poi ha proseguito furiosamente infrangendo a calci i parabrezza di alcune autovetture parcheggiate, tra cui anche una di servizio, e cercando più volte di ingaggiare uno scontro fisico con i militari contro i quali ha tirato più di un pugno andato a vuoto. Il tutto sotto lo sguardo incredulo degli abitanti che osservavano la scena dietro le finestre delle proprie abitazioni. Oggetto di minacce di morte anche alcuni residenti scesi in strada. I carabinieri hanno cercato di contenere la rabbia dell’uomo, evitando lo scontro fisico e impedendo così che potesse fare del male agli operatori, ai cittadini e a se stesso. Infine i militari sono riusciti a instaurare un dialogo persuadendolo a desistere e una volta calmatosi è stato ammanettato e portato nel carcere di Reggio Calabria “Arghillà”. A scatenare la rabbia dell’uomo, non nuovo a questo tipo di condotte, sembrerebbero esserci stati anche problemi di natura psichica.

 

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