Provincia
Frane a San Giovanni in Fiore, Legambiente Sila: “abusi edilizi la vera causa”
Legambiente Sila risponde alla sindaca Succurro incoraggiandola a proseguire con la richiesta di un intervento della prefettura di Cosenza
SAN GIOVANNI IN FIORE (CS) – “Le frane a San Giovanni in Fiore non sono causate dalla pioggia ma dal dissesto del territorio provocato da decenni di abusi edilizi”. Ad affermarlo attraverso un comunicato stampa è Legambiente Sila che si sofferma su quelli che sarebbero gli abusi edilizi sul territorio. “Il maltempo – continua la nota – non è la causa principale dello smottamento, che ha interessato la SS 107, la cui origine è da ricercare nella mancanza di prevenzione e controllo del territorio che, anche per effetto del cambiamento climatico che accelera i fenomeni negativi, provoca effetti devastanti sul territorio”.
In risposta alla Succurro
“Per questo motivo le dichiarazioni della sindaca Succurro sulla frana, che sarebbe stata causata da lavori abusivi – sostiene Legambiente Sila – non ci sorprendono ed anzi la incoraggiamo a proseguire con la richiesta di un intervento della prefettura di Cosenza per affrontare il degrado del territorio che abbiamo denunciato da anni e che hanno portato la Procura di Cosenza ad emettere 526 ordinanze di demolizione di opere edilizie abusive realizzate dal 2002 sul territorio comunale e in quello extraurbano in particolare. Oltre a questo chiediamo all’Amministrazione Succurro di realizzare un piano a lungo termine per la manutenzione urbana e la messa insicurezza dei servizi e delle infrastrutture tecnologiche (sistema idrico, fognature, reti…) oltre a recupero delle aree a rischio idrogeologico già identificate dal Piano di assetto idrogeologico (PAI) e nuovi studi per aree di recente costruzione e non adeguatamente classificate dal punto di vista idrogeologico”.
“Occorre imprimere – afferma Legambiente Sila -una svolta nella gestione sostenibile del territorio completando l’iter di approvazione del Piano Strutturale Comunale, la cui discussione iniziata nel lontano 2008, non ha ancora portato a nulla di concreto. E’ preferibile uno strumento come il PSC, magari imperfetto, che nessuno strumento di gestione del territorio, o peggio ancora continuare a mantenere in vigore l’attuale PRG che ha fatto tanti danni ed ha favorito il consumo di suolo anziché imporre di recuperare l’esistente e frenare all’aggressione del territorio. Approvare il PSC – conclude Legambiente Sila – sarebbe utile anche per poter usufruire delle opportunità offerte dai bonus per le ristrutturazioni edilizie e per puntare sul recupero del patrimonio edilizio esistente, frenare l’abusivismo e mitigare il rischio idrogeologico e il degrado del territorio”.



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