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Colpito il patrimonio di due fratelli legati alla ‘ndrangheta

Calabria

Colpito il patrimonio di due fratelli legati alla ‘ndrangheta

La Dia ha sequestrato beni per un milione di euro ai due soggetti. Uno era stato condannato per detenzione di armi, l’altro per estorsione

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Dia direzione investigativa antimafia 13

REGGIO CALABRIA – La Sezione Misure di Prevenzione del tribunale reggino ha riconosciuto la pericolosità sociale dei due fratelli, Antonio e Vincenzo Bonasorta,  in ragione dei loro trascorsi di vicinanza con la ‘ndrangheta desunta principalmente dalle risultanze di alcuni procedimenti penali, definiti con sentenza di condanna passata in giudicato. Antonio Bonasorta, di 50 anni, era stato coinvolto nell’inchiesta “Mediterraneo” e condannato dalla Corte d’Appello di Reggio a 6 anni e 2 mesi per associazione a delinquere con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa e detenzione e porto illegale di armi. Nell’ambito di quell’indagine, i pm gli hanno contestato di aver fatto parte di un sodalizio capace di importare dalla Slovacchia armi inertizzate che venivano modificate in Italia e rese idonee all’impiego. Cognato di Girolamo Piromalli, di 41 anni, invece, Vincenzo Bonasorta, di 51, è stato condannato nel 2014 dalla Corte di Appello di Reggio a 6 anni per tentata estorsione in concorso con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa nei confronti di due imprenditori.

In seguito ai processi definiti con sentenza passata in giudicato, la Sezione Misure di prevenzione del Tribunale ha riconosciuto la pericolosità sociale dei fratelli Bonasorta in ragione dei loro trascorsi di vicinanza con la ‘ndrangheta e, in particolare, con la cosca Piromalli. Per entrambi, gli investigatori riscontrato una sproporzione tra i redditi dichiarati e gli investimenti effettuati in questi anni, beni mobili, immobili e societari nella loro disponibilità che secondo i giudici sono frutto o reimpiego di attività illecite. Per questo motivo, la Dia ha posto i sigilli all’intero patrimonio aziendale di una ditta individuale operante nel settore del commercio di prodotti medicali ed ortopedici con sede a Cavriglia, in provincia di Arezzo. Il sequestro ha interessato anche 2 unità locali, 15 immobili a Gioia Tauro, un’autovettura e conti correnti e posizioni finanziarie per un valore stimato di circa un milione di euro.

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