Italia
Calo costante dei ricoveri: -3,3% in sette giorni. Il 64% elle intensive non è vaccinato
Tra i ricoverati che sono vaccinati, la quasi totalità, l’88%, soffre di gravi comorbidità. Sono ancora oltre 1,5 milioni gli italiani over 50 non immunizzati
COSENZA – Mentre il CDM ha approvato le nuove misure sul green pass illimitato, l’abolizione della DAD a scuola per gli studenti vaccinati e la modifica alle fasce di colore, sul fronte pandemia arrivano notizie che fanno ben sperare. Continuano, infatti, a diminuire i pazienti Covid ricoverati negli ospedali italiani, sia nei reparti ordinari sia nelle rianimazioni, con un calo complessivo del 3,3% delle ospedalizzazioni nell’ultima settimana. E’ segno che la curva epidemica si conferma in discesa. Ma se questi dati lasciano ben sperare, preoccupano invece i ‘numeri’ relativi ai non vaccinati: il 64% dei posti letto Covid nelle intensive è appunto occupato da non vaccinati, e sono ancora oltre 1,5 milioni gli italiani over 50 non ancora immunizzati.
Sono 1.524 i ricoverati complessivi nelle terapie intensive del Paese, 25 in meno di ieri, ed i pazienti nei reparti ordinari sono 19.550 (-323). Anche l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), nella sua rilevazione giornaliera, segnala che resta al 16% la percentuale a livello nazionale di terapie intensive occupate dai pazienti Covid ma, in 24 ore, cala in 11 regioni. Resta al 30%, sempre a livello nazionale, anche la percentuale di posti occupati da pazienti Covid nei reparti di area non critica ma, in 24 ore, cresce in 6 regioni. Un trend confermato ulteriormente dal monitoraggio settimanale della Fiaso (Fedearzione italiana aziende sanitarie e ospedaliere) in 20 ospedali sentinella: nella settimana 25 gennaio-1 febbraio, scende infatti del 3,3% il numero totale dei ricoveri di pazienti Covid adulti.
In particolare, nei reparti ordinari il totale dei pazienti Covid (1.908) è diminuito del 3,5% rispetto alla settimana precedente. Nelle terapie intensive monitorate (195 pazienti) il numero dei ricoveri è sceso dell’1,5%. La Fiaso fa anche un’analisi differenziata tra ricoverati per o con Covid, rilevando come, sempre nell’ultima settimana, negli ospedali diminuiscano i ricoverati ‘per Covid’ mentre aumentano i pazienti ‘con Covid’, ovvero ricoverati per altre patologie e che risultano positivi. Più precisamente, nei reparti ordinari i pazienti ricoverati ‘con Covid’ sono il 37% del totale (rispetto al 35% della scorsa settimana) mentre nei reparti di intensiva, invece, i pazienti ‘con Covid’ sono il 16% (erano l’8% la scorsa settimana).
I ricoverati ‘per Covid’, in calo, sono invece il 63% nei reparti ordinari (65% la scorsa settimana) e l’84% nelle intensive (7 giorni fa erano il 92%). L’aspetto che più preoccupa restano i ricoveri tra non vaccinati. I letti delle Rianimazioni Covid sono occupati per il 64% da soggetti non vaccinati: “un dato ormai consolidato che conforta – commenta il presidente Fiaso Giovanni Migliore – sulla efficacia del vaccino nella protezione dalle forme gravi della malattia Covid”. Tra i vaccinati finiti in Rianimazione Covid, rileva inoltre Fiaso, “la quasi totalità, l’88%, soffre di gravi comorbidità. Si tratta, per il 61% dei casi, di persone che avevano fatto il vaccino da oltre 4 mesi e non avevano ancora avuto la terza dose”. Quanto alla fascia pediatrica, rimane stabile e pari a 124 – rispetto ai 125 della scorsa settimana – il numero dei ricoveri pediatrici under-18 monitorati nei 4 ospedali pediatrici e nei reparti di pediatria degli ospedali sentinella della Fiaso. Ricoveri si registrano inoltre anche nei piccolissimi: i neonati di 0-6 mesi costituiscono il 18% del totale dei ricoverati under18 e quasi 1 neonato su 2 ha almeno uno dei genitori non vaccinato. Ad ogni modo, l’andamento della curva migliora ed i parametri sono in discesa. In alcune settimane, “verosimilmente 2-4, caleranno molto i ricoveri nelle intensive. Ci sono numeri che danno contezza di una discesa dei contagi, e calato il numero dei ricoveri calerà anche quello dei decessi, come nelle scorse ondate”, analizza il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri. Quindi, conclude, “la strada è davvero in discesa”.



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