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Abuso d’ufficio, dirigente del servizio veterinario sospeso per un anno

Calabria

Abuso d’ufficio, dirigente del servizio veterinario sospeso per un anno

Il dirigente è stato sospeso dall’incarico per la durata di mesi 12. Le indagini sono scaturite dalle denunce sporte dalle parti offese

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REGGIO CALABRIA I CARABINIERI NAS SOSPENDONO DUE ATTIVITA PER VIOLAZIONI NORME ANTICOVID 1 1

LOCRI (RC) – I carabinieri hanno notificato un’ordinanza di misura cautelare interdittiva della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio e servizio, nei confronti del dirigente provinciale del servizio veterinario – Area C – dell’ASP di Reggio. Le indagini sono scaturite dalle denunce sporte dalle parti offese e si sono basate sull’analisi della documentazione amministrativa e di controlli espletati dai carabinieri di Locri e dai colleghi del Nas di Reggio, è tutt’ora pendente nella fase delle indagini preliminari e, allo stato, ha permesso di ipotizzare una serie di condotte ritenute di rilievo penale, da parte del dirigente nell’espletamento della propria funzione principalmente nell’area locridea.

In particolare, l’ indagato, mediante l’indebito rifiuto di compiere atti previsti e demandati al proprio ufficio, adducendo, nel corso del tempo, a propria discolpa presunti cavilli di natura burocratica, avrebbe omesso – e in alcuni casi rifiutato di eseguire o di delegare ai propri collaboratori – il compimento di tutte quelle attività propedeutiche al rilascio delle autorizzazioni sanitarie, impedendo o rallentando di fatto l’operatività di numerose strutture veterinarie, insistenti sul territorio Reggino, che avevano avanzato correttamente e nei termini di legge formale richiesta di apertura.

L’inosservanza delle normative vigenti in materia, l’adozione di criteri non uniformi e l’inerzia circa l’attivazione delle procedure burocratiche propedeutiche costituirebbero elementi caratterizzanti l’azione illecita dell’odierno indagato che di fatto avrebbero cagionato ingiusto danno alle persone offese ma soprattutto dimostrerebbe una condotta non aderente al perseguimento dell’interesse pubblico, violando in modo palese e reiterato il principio di imparzialità della stessa Pubblica Amministrazione.

Il dirigente, per quanto emerso dalle indagini in corso, trincerandosi nei suoi dinieghi ed esercitando il suo potere censorio, avrebbe in maniera quasi sistematica, impedito di fatto il corretto svolgimento dell’attività professionale dei veterinari locali, creando in quest’ultimi un grave stato di tensione e allarme che, nei casi più disperati, ha portato gli stessi ad abbandonare il desiderio di raggiungimento del lecito riconoscimento professionale, frutto di anni di sacrificio e studi.

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