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Dalla Calabria all’Ucraina, 38 ore di viaggio per portare medicine e derrate alimentari

Calabria

Dalla Calabria all’Ucraina, 38 ore di viaggio per portare medicine e derrate alimentari

Tre volontari e un furgone diretti ai confini con l’Ucraina. In pochissimi giorni è stata raccolta una grande quantità di beni di prima necessità

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PALMI (RC) – Francesco Trentinella di Palmi, riceve un messaggio con una richiesta di aiuto da parte di un giovane ucraino che aveva conosciuto alcuni anni fa e con cui era rimasto in contatto. Il giovane gli spiega le condizioni in cui lui e il suo Paese stanno vivendo in questo momento e chiede se può dargli una mano, un aiuto. Letto il messaggio Francesco insieme alla moglie Debora, aiutati dall’Associazione “Il mio amico Jonathan di Palmi” organizzano tempestivamente una raccolta di beni di prima necessità in tutta la piana di Gioia Tauro. Tantissime sono state le donazioni arrivate da Palmi, Gioia Tauro, Rosarno e altre ancora. La popolazione ha mostrato da subito il suo gran cuore e la voglia di aiutare.

In pochissimi giorni è stata raccolta una grande quantità di beni di prima necessità che però dovevano arrivare subito. Medicine e derrate alimentari non potevano aspettare. E così Francesco insieme ad altri due volontari, Alessandro Iannello e Calin Teodor Mitre (detto Carlo), hanno preso un furgone e giovedì 10 marzo alle 4:15 del mattino hanno iniziato il loro viaggio, a proprie spese, in direzione di Siret, città rumena ai confini con l’Ucraina.

Dopo 38 ore di viaggio da Palmi sino al punto di destinazione. Arrivati sul luogo, tempo di scaricare i pacchi che i 3 volontari si rendono conto con i propri occhi gli effetti della guerra. Nel centro dove loro hanno consegnato i beni c’erano molti bambini soli.

Le auto con la scritta “bambini”

Al confine hanno anche realizzato un video dove si vedono le macchine ucraine scappare con sui vetri la scritta in russoBambini”, in modo da non essere bersaglio di possibili attacchi. Il viaggio non è stato esente da difficoltà: neve alta, montagne, un guasto al motore sul viaggio di ritorno, ma l’obbiettivo è stato raggiunto: gli aiuti umanitari raccolti dal buon cuore della popolazione della Piana di Gioia Tauro è arrivata a destinazione.

Francesco, Alessandro e Carlo, domenica erano già di rientro nelle proprie case. Appena arrivati qualcuno gli ha chiesto: perché avete fatto tutto ciò? La risposta di Francesco è stata semplice, ma che partiva dal cuore: “Poiché Iddio ha tanto amato il mondo da dare il suo unigenito figliuolo, allo stesso modo noi abbiamo sentito in cuor nostro il desiderio di dare tutto noi stessi per poter rispondere a quella richiesta di aiuto proveniente dal popolo ucraino”.

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