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25 Aprile, Occhiuto su Twitter: “speranza per la pace in Ucraina”

Calabria

25 Aprile, Occhiuto su Twitter: “speranza per la pace in Ucraina”

Il messaggio di pace di Roberto Occhiuto su Twitter per celebrare il 77° anniversario della Liberazione

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occhiuto roberto twitter 25 aprile

CATANZARO – “Che sia un 25 aprile di memoria e di speranza”. Affida a Twitter il suo messaggio nel giorno del 77° anniversario della Liberazione d’Italia Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria. “Memoria per la ricorrenza della liberazione dell’Italia dal nazifascismo. Speranza per la fine delle ostilità in Ucraina e per l’avvio del processo di pace”.

Ancora una volta dunque, l’attenzione è rivolta nel luogo in cui non c’è pace e nel quale da due mesi si combatte per resistere: “Libertà e democrazia – conclude Occhiuto nel suo messaggio su Twitter – sono valori universali che vanno difesi quotidianamente”.

Mancuso: “Al dovere della memoria va aggiunta la solidarietà”

Il presidente del Consiglio regionale invece, Filippo Mancuso, a margine della cerimonia a Catanzaro, cui ha partecipato, per la celebrazione del 77/mo anniversario della Liberazione ha sottolineato: “le libertà, la democrazia e la solidarietà hanno radici profonde nella ‘Festa della Liberazione’ dal nazifascismo. A quei valori e a quelle istanze etiche, compendiati nella Carta costituzionale del 1948 e conquistati grazie al coraggio di uomini e donne che hanno pagato prezzi altissimi, occorre sempre fare riferimento”.

“Un riferimento che occorre tenere presente – ha aggiunto il presidente Mancuso – soprattutto nei frangenti di grave crisi economica, i cui effetti negativi si ripercuotono sulla coesione sociale del Paese, acuendo la sfiducia dei cittadini nelle Istituzioni. Al dovere della memoria di quelle pagine fondamentali della nostra storia, in cui l’umanità vinse sulla barbarie e si sprigionarono le energie positive che consentirono la rigenerazione nazionale, occorre oggi aggiungere la solidarietà al popolo ucraino che combatte per la propria libertà, ribadendo con fermezza che le controversie non possono mai risolversi con l’aggressione militare”.

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