Calabria
“Deep 1”: blitz contro reati ambientali, sanzioni per 400mila euro e 51 denunce
Una vasta operazione dei carabinieri contro i reati ambientali, ha riguardato un centinaio di obiettivi sottoposti a controllo
REGGIO CALABRIA – E’ durata un giorno intero, dall’alba alla tarda serata di ieri, nella provincia di Reggio Calabria, un’operazione che ha visto impegnati circa 300 militari tra Carabinieri dell’Organizzazione Territoriale e per la Tutela Forestale, Ambientale e Agroalimentare coadiuvati da Squadre operative dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria. L’operazione, volta alla prevenzione ed al contrasto dell’inquinamento ambientale, ha riguardato un centinaio di obiettivi controllati, in un’area di operazioni che ha interessato la fascia medio-costiera ionica, tirrenica e dello Stretto della provincia di Reggio Calabria, per più di 220 chilometri.
L’operazione, sulla scia di un’attività che il mese scorso ha interessato invece le provincie di Vibo Valentia, Catanzaro e Cosenza punta ad accertare la commissione di gravi illeciti contro la natura. Nel mirino siti di depurazione, nonché aree palustri e canali di scolo in prossimità della costa, con annesse attività produttive limitrofe.
L’inquinamento delle acque in Calabria
L’ operazione di polizia ha permesso di confermare quanto l’inquinamento acqueo risulti particolarmente accentuato in Calabria in relazione al ciclico intorbidimento delle acque marine, che si verifica soprattutto nella stagione estiva quando si registra un aumento della popolazione dimorante sulla fascia costiera. Inquinamento confermato anche dai risultati di numerosi accertamenti tecnici eseguiti tramite campionatura delle acque per esami specifici condotti da Enti specializzati.
Inquinamento confermato ancora dall’analisi dei dati dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, che colloca la Calabria tra le ultime Regioni per produzione e trattamento di fanghi provenienti da acque reflue urbane, rapportata alla popolazione residente (cosiddetto indice di potenziale smaltimento non controllato/illecito dei fanghi). Infatti, per comprendere l’entità del fenomeno, basta pensare che nel 2019, in Calabria sono state dichiarate 34.072 tonnellate di fanghi regolarmente trattati a fronte di una popolazione di 1.860.000 abitanti mentre – a titolo meramente indicativo – sono state invece 90.660 le tonnellate dichiarate, sempre nel 2019, per 1.600.000 abitanti nella regione Sardegna e, ancora, 299.814 tonnellate di fanghi trattati dalla Puglia nello stesso anno a fronte di circa 4.000.000 di abitanti.
Il fenomeno del degrado e dell’inquinamento ambientale di acque e suolo ha ripercussioni estremamente negative sull’intera società per i potenziali rischi alla salute umana e animale, per gli ecosistemi presenti sul territorio, sul sistema economico con particolare riguardo al settore turistico. Vi è inoltre il costante pericolo d’infiltrazione della criminalità comune ed organizzata nella gestione del ciclo dei rifiuti, in ragione dei rilevanti interessi economici.
L’attività Deep 1
Eseguite perlustrazioni in territorio impervio, risalendo alcuni corsi d’acqua, tra cui i fiumi Mesima e Petrace che sfociano sulla costa tirrenica, il torrente Caserta e la Fiumara Annunziata a Reggio Calabria, nonché i torrenti nella piana di Gioia Tauro e nella Locride, fino alle sorgenti nell’eventualità che alcune aziende, distanti anche centinaia di metri dal torrente, attraverso tubazioni abusive sversino liquami direttamente nell’alveo fluviale.
In una prossima fase, la procedura di verifica sarà ulteriormente approfondita mediante il confronto delle analisi chimico-biologiche eseguite sui campioni prelevati e l’eventuale corrispondenza con i residui prodotti dalle attività che possono aver determinato la contaminazione.
Nell’ambito dell’operazione, che ha avuto un forte impatto sia sul piano preventivo che repressivo, sono stati nel complesso controllati:
- 48 impianti di depurazione, 14 dei quali non si presentavano “a norma” e, di questi ultimi, ne sono stati sequestrati n. 3 oltre a n. 1 stazione di sollevamento delle acque reflue e n. 1 canale collettore (per violazioni della normativa in materia di gestione degli impianti e omesso smaltimento di fanghi);
- 42 attività produttive, 29 delle quali sottoposte a sequestro (n. 5 cementifici, 14 autolavaggi, 2 autofficine, 2 lavanderie industriali e 6 imprese agricole) per plurime violazioni in ordine alla normativa di settore.
- Sono stati, inoltre, eseguiti in totale 84 campionamenti di acque di fanghi da depurazione, i cui esiti saranno inviati e sottoposti al vaglio dell’Autorità Giudiziaria competente per l’emissione di eventuali provvedimenti.Risultano contestate ingenti sanzioni pecuniarie per un complessivo di circa 400.000,00 euro e denunciate all’Autorità giudiziaria 51 persone.
L’intervento condotto ieri rappresenta solo l’inizio di una più complessa strategia di protezione dell’ambiente e della natura che vedrà impegnati i Carabinieri della Calabria anche nei prossimi mesi non solo nel contrasto all’inquinamento acqueo, che comunque interesserà gradualmente tutti i tratti costieri della Regione, ma anche nella lotta ad ogni forma di compromissione dell’habitat naturale dal suolo all’aria, dai centri urbani alle foreste.
Prova di questo impegno costante dell’Arma in Calabria sono i dati riferiti al contrasto ad ogni forma di inquinamento relativi agli ultimi mesi: sono state riscontrate irregolarità in 37 siti, ritenuti potenzialmente inquinanti, tra cui 5 tra impianti di depurazione, vasche di contenimento fanghi e attività produttive inquinanti, 2 centri di raccolta di rifiuti, 2 lavanderie industriali, 2 officine e 6 esercizi commerciali. In tali occasioni, le irregolarità più frequentemente riscontrate sono state la violazione di norme generali poste a tutela dell’Ambiente, con particolare riferimento all’abbandono illecito, lo smaltimento e il traffico di rifiuti speciali, la gestione non autorizzata di rifiuti, lo sversamento di liquami inquinanti che hanno portato alla denuncia di 36 soggetti ritenuti responsabili della condotta offensiva verso il patrimonio ambientale.



Social