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Legnochimica, incontro in Prefettura mentre si chiede un fondo per i residenti malati di tumore

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Legnochimica, incontro in Prefettura mentre si chiede un fondo per i residenti malati di tumore

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Istanza affinchè i rendesi che vivono nel circondario di contrada Lecco affetti da patologie oncologiche possano usufruire di sussidi pubblici.

 

RENDE – Incontro in prefettura questa mattina tra il Prefetto Gianfranco Tomao e la commissione Legnochimica del Consiglio Comunale di Rende. Ad accompagnare i consiglieri comunali Andrea Cuzzocrea, Marco Greco e Pasquale Verre, sono stati l’assessore all’ambiente Francesco D’Ippolito e il sindaco di Rende Marcello Manna. Da questo incontro è emersa la necessità di convocare in tempi brevi un altro tavolo allargato all’azienda Legnochimica Srl e a tutti i soggetti istituzionali (compreso il ministero dell’Ambiente) preposti alla tutela dell’ambiente e della salute ai cittadini. In gioco la salute dei cittadini mentre la procura continua ad indagare dopo l’esposto presentato dal primo cittadino d’Oltrecampagnano, cristallizzato in un fascicolo dedicato al caso Legnochimica.

 

Intanto è stata bocciata la proposta del Gruppo Consiliare Movimento 5 Stelle Rende di istituire un registro tumori comunali. “Un dato è certo: il centrodestra rendese – scrive in una nota il consigliere grillino Domenico Miceli – ha decretato l’inutilità del registro tumori comunale e, di conseguenza, lo ha cancellato dal dibattito politico cittadino. Un peccato, secondo noi, perché pure solo a livello statistico sarebbe stato un ottimo strumento a disposizione dell’amministrazione per mappare il territorio comunale nell’individuazione delle zone a rischio e a supporto della successiva operazione di informazione e prevenzione presso la popolazione locale.  Ma non ci fermiamo qua.

 

Rilanciamo con una nuova proposta. Chiediamo la creazione di un fondo nel bilancio per i malati di tumore che insistono nei quartieri limitrofi all’area ex Legnochimica di Rende. Un capitolo di spesa che possa dare una mano alle famiglie più bisognose che si trovano ad affrontare i costi delle cure mediche per le forme tumorali, anche rare, riscontrabili in quell’area e che possano essere utilizzate anche per una capillare campagna di sensibilizzazione della cittadinanza rispetto alle tematiche relative all’inquinamento della zona industriale di Rende.

 

Pensiamo che anche l’azienda in liquidazione debba contribuire fattivamente alla creazione di questo fondo vincolando quei soldi che non ha mai voluto spendere per avviare la messa in sicurezza dell’area. Sarebbe un piccolo gesto di apertura alle esigenze del territorio anche se, naturalmente, non andrebbe a rimediare ai danni prodotti in tutti questi anni di immobilismo e non riabiliterebbe in nessun modo il “buon nome” della società a Rende. Da parte nostra siamo in attesa di una risposta da parte del Comune di Rende e della Regione Calabria alla nostra messa in mora con la quale chiediamo agli enti pubblici di sostituirsi al privato nell’operazione di bonifica. Scaduti i termini di legge porteremo la nostra istanza in Procura”.

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