Calabria
Elezioni, a che punto è la Calabria? Centrodestra avanti sui candidati, fermi Pd e M5S
Il Paese si avvia verso il voto del 25 settembre dove gli italiani sono chiamati a scegliere il nuovo presidente del Consiglio. E la nostra Regione si prepara
COSENZA – Il Paese si avvia verso le elezioni del 25 settembre dove gli italiani sono chiamati a scegliere il nuovo presidente del Consiglio. La domanda che ci si pone è: a che punto è la situazione politica in Calabria? Il centrodestra è già a buon punto mentre si mostra in ritardo invece il Pd e il centrosinistra. Il Movimento 5 Stelle fatica (e non poco) mentre il polo di centro Azione-Italia Viva è ancora una incognita. Le trattative per le candidature alle Politiche in Calabria riproducono perfettamente le dinamiche nazionali, evidenziando la sostanziale unità della coalizione guidata da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia e le fibrillazioni e le tensioni che si agitano negli altri schieramenti.
Il principale ostacolo è rappresentato al momento soprattutto dalla definizione delle candidature nei sette collegi uninominali – 5 alla Camera e 2 al Senato – nei quali è suddivisa la Calabria. Da questo punto di vista, il centrodestra – riferiscono fonti qualificate della coalizione – avrebbe comunque già messo un punto fermo, trovando nelle ultime ore una sostanziale quadra nella distribuzione dei collegi al tavolo nazionale, anche se ovviamente qualche variazione last minute sarà sempre possibile nel gioco dei complessivi equilibri dello schieramento: 3 collegi a Forza Italia, 2 a Fratelli d’Italia e 2 alla Lega.
Centrodestra avanti sui candidati, fermi Pd e M5S
Per quanto rigatura le candidature, nei collegi Forza Italia, che si sta giovando del ruolo di “king maker” del governatore Roberto Occhiuto al tavolo nazionale, dovrebbe lanciare i deputati uscenti Francesco Cannizzaro e Andrea Gentile, mentre Fratelli d’Italia dovrebbe schierare la parlamentare uscente e coordinatrice regionale Wanda Ferro e l’assessore regionale al Turismo Fausto Orsomarso, quanto alla Lega troverebbero spazio il deputato uscente Domenico Furgiuele e l’assessore regionale al Welfare Tilde Minasi. Il campo delle trattative si sarebbe poi già spostato all’interno dei singoli partiti del centrodestra sui collegi plurinominali, quello di Camera e Senato: Forza Italia punterebbe tra gli altri sul senatore uscente e coordinatore regionale Giuseppe Mangialavori, sull’ex sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, fratello di Roberto, e sulla senatrice uscente Fulvia Caligiuri. Quanto alla Lega, dai vertici del Carroccio calabrese non si esclude l’ipotesi che la Calabria sia una delle regioni nelle quali il leader Matteo Salvini potrebbe candidarsi al Senato (lo ha fatto del resto già nel 2018).
Situazione invece ancora molto caotica nel Pd, che nelle trattative risente sia del “peso” dei sondaggi, che anche in Calabria premiano il centrodestra in tutti i collegi uninominali e quindi non agevolano ambizioni e aspirazioni, sia delle difficoltà legate al travagliato parto delle alleanze. In casa democrat inoltre si registra il malessere dei territori, con le principali federazioni provinciali – Catanzaro, seguita poi da Cosenza e Reggio Calabria – che si sono espressamente opposte all’ipotesi di candidati “esterni” alla regione imposti dal Nazareno. Inoltre, l’intesa nazionale con Articolo 1 del ministro della Sanità Roberto Speranza, che in Calabria potrebbe schierare l’uscente deputato Nico Stumpo, crotonese, in una postazione utile in un listino del Pd, starebbe mettendo in discussione una serie di candidature ritenute invece certe fino a qualche settimana fa.
Il Pd calabrese comunque dovrebbe schierare alle Politiche, tra gli altri, il segretario regionale Nicola Irto, il dirigente nazionale Carlo Guccione e i parlamentari uscenti Enza Bruno Bossio e Antonio Viscomi, che potrebbero però essere dirottati nei collegi uninominali. Un collegio inoltre nel campo del centrosinistra potrebbe essere assegnato a Impegno Civico di Luigi Di Maio, che potrebbe lanciare il sottosegretario al Sud Dalila Nesci.
Nemmeno il Movimento 5 Stelle, fortemente indebolito dalle spaccature degli ultimi mesi, sembra godere di buona salute: alle “parlamentarie” si sono autoricandidati praticamente tutti gli uscenti al primo mandato ma l’appuntamento sarebbe stato disertato da molto militanti, delusi dal nuovo corso pentastellato, in più in seno al M5S è scoppiata una forte polemica per l’ipotesi di una candidatura in Calabria della parlamentare uscente Vittoria Baldino, calabrese d’origine, nel 2018 eletta nel Lazio. Se in un primo momento tra i parlamentati uscenti si pensava a Massimo Misiti, il deputato e coordinatore regionale M5S, a dispetto delle previsioni, fa dietrodront e non si ricandiderà al Parlamento. A rendere nota in anteprima all’Agi la decisione, di cui ha parlato a lungo con il leader del Movimento, Giuseppe Conte, è lo stesso parlamentare, che è anche responsabile nazionale della Sanità dei Cinquestelle.
Infine c’è molta curiosità anche in Calabria sulle “manovre” per la costruzione del terzo polo Azione-Italia Viva: ovviamente i big del territorio aspettano indicazioni da Roma, ma intanto circolano i nomi dei “papabili” candidati, come quello del senatore uscente Ernesto Magorno, coordinatore regionale dei renziani, e dell’ex parlamentare Bruno Censore con Iv, e di Fabio Scionti, segretario regionale di Azione, oltre che del sindaco metropolitano facente funzioni di Reggio Calabria, Carmelo Versace con Calenda.



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