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Cosenza, una rider denuncia: “Picchiata da una cliente durante una consegna”

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Cosenza, una rider denuncia: “Picchiata da una cliente durante una consegna”

Riceviamo e pubblichiamo la denuncia di una giovane dipendente di una nota azienda: “Voglio mettere in guardia chi come me incorre in questi rischi”

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COSENZA – Riceviamo e pubblichiamo un grave episodio di violenza avvenuto sabato scorso ai danni di una giovane rider, dipendente di una nota azienda, che ci ha chiesto espressamente di voler mantenere l’anonimato.
“Sono una giovane ragazza e, per guadagnare qualcosa, faccio la rider per una nota azienda che si occupa di consegne di cibo a domicilio. Da procedura,quando si arriva al palazzo della consegna,si contatta il cliente che, recandosi al portone,ritira l’ordine. Dovendo consegnare nei pressi del laboratorio Perri/Bilotta, contatto la cliente che, infastidita,scende e mi chiede il “numero di matricola” per reclamare con l’azienda e, presa dalla rabbia,mi alza le mani. A tal proposito faccio presente quanto segue:
1. NESSUN RIDER É OBBLIGATO A CONSEGNARE ALLA PORTA; Per evidenti motivi di sicurezza personale, non sono io a dover salire ma é dovere del cliente arrivare al portone. Non si sa chi ci troviamo davanti e la sicurezza personale è d’importanza primaria.
Ma la cliente pretendeva che io salissi per €2 che, a suo dire,non mi avrebbe “mai più lasciato” se non gli avessi salito l’ordine.
2. NON SIAMO COPERTI DALL’INAIL IN CASO D’INFORTUNIO ALL’INTERNO DELLO STABILE, dunque, quando con cortesia vi chiediamo di scendere non é perché siamo “vagabondi”.
Dopo aver alzato le mani, la “signora” se così vogliamo chiamarla, chiamava l’azienda raccontando i fatti riveduti e corretti non pensando che, poco dopo,sarei stata tranquillizzata dalla stessa; che le telecamere di sorveglianza avevano ripreso l’accaduto;che vi erano testimoni  giunti sul posto posto poco dopo l’accaduto che,vedendomi scossa, mi sono stati vicini cercando di tranquillizzarmi.
Cara “signora per bene”, è proprio vero che l’abito non fa il monaco: una dipendente di banca che mette le mani addosso ad una ragazza che, invece di divertirsi come i suoi coetanei, lavora per guadagnare qualcosa, ragazza che per età, può essere sua figlia. Alla sua età dovrebbe conoscere l’importanza del rispetto per il prossimo. Non aggiungo altro perché i fatti, purtroppo, si commentano soli,ma ho voluto mettere in guardia chi come me fa questo lavoro e chi, quotidianamente,si espone a questi rischi”.
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