Calabria
Omicidio del 18enne Giuseppe Parretta, carcere a vita per Salvatore Gerace
Confermata dalla Suprema Corte la condanna in Appello emessa nel novembre del 2021 per il sessantenne. La madre: “adesso lui riposa in pace”
CROTONE – La Corte di Cassazione ha condannato all’ergastolo Salvatore Gerace, il sessantenne accusato dell’omicidio di Giuseppe Parretta, il diciottenne ucciso la sera del 13 gennaio del 2018. L’uomo era stato condannato al carcere a vita sia in primo grado che in appello. E’ stato pertanto rigettato il ricorso presentato che mirava ad annullare l’aggravante della premeditazione. Giuseppe venne ucciso davanti alla sede dell’associazione Libere Donne di cui è presidente la madre, Caterina Villirillo, in via Ducarne, nel centro storico di Crotone. Il fatto di sangue sconvolse la città di Pitagora.
Dalle ricostruzioni emerse nel corso del processo, Gerace, già noto alle forze dell’ordine, era ossessionato dall’idea che Giuseppe Parretta lo spiasse per riferire poi a fantomatici individui che avrebbero voluto assassinarlo. Per questo quel 13 gennaio, dopo aver visto dalla sua abitazione arrivare il giovane alla guida di una moto, pensando che il mezzo fosse stato acquistato con i soldi che Giuseppe aveva ricevuto per averlo spiato, Gerace entrò nella sede dell’associazione Libere Donne e sparò contro il giovane, prima ferendolo e poi finendolo con un colpo al cuore da distanza ravvicinata. L’uomo riferì di aver affrontato il diciottenne e di avere sparato per legittima difesa. Ma la tesi è stata ribaltata dalle motivazioni della sentenza d’Appello, che aveva sostenuto, invece, come fosse stato proprio il ragazzo ad essersi difeso.
“Sono felice – ha detto la mamma del giovane all’Agi – questa sentenza non mi restituirà la vita di mio figlio, ma adesso lui riposa in pace. Era giusto avere questa riconferma, perché la giustizia deve trionfare sempre e dare pace alle vittime di reato e ai propri familiari”. Soddisfazione per l’esito del processo è stata espressa anche dall’avvocato Emanuele Procopio che rappresentava la famiglia di Giuseppe come parte civile: “Siamo soddisfatti che il lavoro che abbiamo fatto abbia permesso di ottenere la condanna all’ergastolo per tre gradi di giudizio. Sicuramente non possiamo essere contenti perché questa tragedia ha portato via ad una famiglia un ragazzo di 18 anni”.
Il sindaco Voce: “il ricordo di Giuseppe non si spegnerà mai”
“La sentenza della Cassazione che conferma l’ergastolo per il responsabile del delitto di Giuseppe Parretta sicuramente non lenisce il dolore di una madre, di una famiglia, di una intera comunità ma è comunque un segnale forte di giustizia e di legalità. Nonostante gli anni che sono passati il ricordo di Giuseppe è sempre vivo nei cuori dei crotonesi attraverso l’impegno della mamma e della famiglia, degli amici, di tutti coloro che lo hanno conosciuto e voluto bene, ai quali rinnoviamo la vicinanza di tutta la comunità cittadina”. A dirlo è il sindaco di Crotone Vincenzo Voce che spiega come “l’amministrazione ha seguito, quale parte civile costituita con il patrocinio dell’avvocato Mario Nigro, questa fase giudiziaria che ha portato anche al rigetto del ricorso difensivo nei confronti dell’Ente con la condanna al pagamento delle spese legali da parte dell’imputato. Non conta tanto questa ulteriore sentenza quanto il fatto che ritenevamo doveroso essere accanto ad una madre che ha visto uccidere sotto i suoi occhi il proprio figlio. Si chiude con la sentenza della Cassazione una pagina giudiziaria, non si spegnerà mai il ricordo di Giuseppe nei cuori dei crotonesi”.



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