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Perseguitata dall’ex perchè troppo bella

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Perseguitata dall’ex perchè troppo bella

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COSENZA – Fatima e il suo viaggio all’inferno. Non è il titolo di un appassionante libro dalla trama noir, è la trama

di una storia reale, che ha per protagonista Fatima, una bellissima ragazza di origine turche, trapiantata da anni a Cosenza, finita nelle grinfie di suo marito Mehemet Cihad Avci, ristoratore 30enne, anche lui turco e di suo cognato Medeni Avci, 32enne. I rapporti tra Fatima e suo marito, ora ex, s’erano deteriorati da tempo, per via di quelle sue intenzioni di essere un marito-padrone. Fatima, senza avere nessuna colpa, solo quella di essere bella, un dono meraviglioso fattole dalla natura, è stata costretta a vivere in un inferno, fatto di minacce, aggressioni verbali, pedinamenti, e, ogni genere di sopruso. La ragazza, fino a quando ha avuto la forza di sopportare, s’è aggrappata al suo incrollabile senso di famiglia, sperando che quell’inferno finisse. Ma niente. Più i giorni passavano, più la situazione peggiorava. Fatima, dopo una lunga serie di minacce, ricevute dal suo ex e dal fratello di lui, ha trovato il coraggio di denunciare i due uomini, preoccupata del rischio che correva quotidianamente. Una mattina, infatti, si recò in questura e, tra le lacrime e i singhiozzi, raccontò quel suo viaggio nell’inferno domestico ad un’ispettrice di polizia che, raccolse il suo sfogo, aiutandola a liberarsi da quel demone che la teneva prigioniera. Raccolta la denuncia, gli agenti della squadra Mobile, coordinati dal commissario capo, Antonio Miglietta, inoltrarono il fascicolo al questore Alfredo Anzalone che, dopo aver letto gli atti, trasmise tutto alla procura di Cosenza che, ordinò l’arresto del ristoratore 30enne. Mehemet Cihad Avci, nonostante fosse detenuto, trovò il modo di continuare a minacciare Fatima, facendole pervenire anche inquietanti messaggi di morte e minacce di ogni genere. Uno di questi fu: “Se continui a parlare, chiamo i miei paesani e… non ti lasceremo viva”. Non solo, dopo aver ricevuto il messaggio minatorio, Fatima, venne anche fermata per strada dalla cognata, che, dopo averla costretta con la forza in un luogo appartato, la minacciò sventolandole sul viso un coltello con una lama lunga una ventina di centimetri. A carico del ristoratore 30enne, l’accusa è di stalking e lesioni personali, per il fratello, invece, l’imputazione è di minaccia a mano armata e ingiuria. Il caso è seguito dal procuratore capo di Cosenza, Dario Granieri e dal pm Salvatore Di Maio.

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