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Why not: posticipata udienza in Cassazione
CATANZARO – E’ slittata al 29 marzo la trattazione dell’udienza davanti alla Corte di Cassazione per discutere i ricorsi presentati nell’interesse di nove
imputati coinvolti nell’inchiesta “Why not”, su presunti illeciti nella gestione dei fondi pubblici in Calabria. Si tratta di esponenti politici, imprenditori e funzionari della Regione Calabria, che in primo grado scelsero il rito abbreviato – con conclusione il 2 marzo del 2010 – e per i quali, lo scorso 27 gennaio, si e’ gia’ tenuto il giudizio di secondo grado.
I giudici della Corte d’appello di Catanzaro, in quella circostanza, pronunciandosi nei confronti di 16 persone, hanno riconosciuto colpevoli di associazione a delinquere Antonio Saladino e Giuseppe Antonio Lillo (l’accusa in primo grado era caduta completamente), aggravando per loro le pene a 3 anni e 10 mesi per il primo – gia’ condannato a 2 anni -, ed a 2 anni per il secondo – gia’ condannato a un anno e 10 mesi. Quanto agli imputati assolti in primo grado, i giudici d’appello hanno condannato l’ex presidente della Regione Calabria Agazio Loiero ad un anno di reclusione per abuso d’ufficio, e Nicola Durante sempre ad un anno di reclusione. Per entrambi e’ stata disposta l’interdizione temporanea dai pubblici uffici ed e’ stata concessa la sospensione condizionale della pena e la non menzione nel casellario giudiziale.
Nei confronti dell’ex presidente della Regione, Giuseppe Chiaravalloti, per il quale la Procura aveva chiesto un anno e 6 mesi di reclusione per abuso d’ufficio, i giudici hanno dichiarato il non doversi procedere per intervenuta prescrizione. Dichiarata la prescrizione anche nei confronti di Antonio La Chimia – gia’ condannato ad un anno e 10 mesi di reclusione – rispetto ad un capo d’accusa a suo carico, con la pena che e’ stata rideterminata in un anno e 9 mesi di reclusione. Infine, sono stati assolti da un capo d’accusa Pietro Macri’ – gia’ condannato a 9 mesi di reclusione e 900 euro di multa, per il quale la Procura aveva chiesto un aggravio a 1 anno e 3 mesi di reclusione -, e Vincenzo Gianluca Morabito – che in primo grado ha avuto 6 mesi e 600 euro di multa -, per i quali e’ stata revocata la pena accessoria disposta dal primo giudice.
Per il resto i giudici hanno confermato le assoluzioni di Gianfranco Luzzo, Tommaso Loiero, Franco Nicola Cumino, Pasquale Anastasi, Giuseppe Fragomeni, ed Enza Bruno Bossio. Nonche’ le condanne gia’ sentenziate dal gup e poi impugnate dagli imputati Francesco Saladino, che ha avuto 4 mesi e 300 euro (oggi i giudici gli hanno concesso la non menzione nel casellario giudiziale) e Rinaldo Scopelliti, che ha avuto un anno. Per quanto attiene ad un secondo filone del procedimento “Why not”, quello che ha seguito la via del dibattimento, con la sentenza del 31 luglio 2012 i giudici del tribunale collegiale di Catanzaro hanno condannato nove imputati, assolvendone completamente nel merito altri nove, scagionandone otto per intervenuta prescrizione dei reati, ed uno per morte del reo. Per un terzo filone infine, quello relativo al solo capo d’accusa di associazione a delinquere, e’ ancora in corso il processo a carico di sei imputati.



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