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Scontri in Fiera. La città accogliente che manganella gli ambulanti

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Scontri in Fiera. La città accogliente che manganella gli ambulanti

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COSENZA – Rappresaglia della Guardia di Finanza ai danni dei venditori migranti.

Ieri pomeriggio nel corso della tradizionale manifestazione fieristica bruzia la città ha assistito a una vera e propria spedizione punitiva militare da parte dei baschi verdi di Cosenza. In tenuta antisommossa i militari hanno seminato il panico tra le bancarelle di viale Mancini costringendo i visitatori, tra cui donne e bambini, a fuggire terrorizzati. Già nei giorni scorsi, come spiegano gli organizzatori di Fera Ara Mmersa  che dall’inizio dell’evento fieristico offre un tetto, un piatto caldo ed assistenza legale ai migranti, sopperendo alla carenza di servizi del Comune, “molti commercianti, soprattutto migranti, lamentavano la presenza di sedicenti finanzieri che, in abiti borghesi e non mostrando alcun documento di riconoscimento, sequestravano la merce. Ancora oggi, attorno alle sedici si verificava un evento simile. I migranti questa volta non accettano di subire una ennesima angheria. Attraverso una ‘catena di solidarietà’ si mobilitano per recuperare la merce e secondo il loro racconto subiscono anche il pestaggio da parte di questi italiani in borghese”. In meno di un’ora arriva l’antisommossa con scudi e manganelli. Otto volanti delle Fiamme Gialle paralizzano via Molinella e scatta la caccia all’uomo. Uno dei migranti aggrediti racconta dai microfoni di Radio Ciroma le minacce e le percosse subite: “dopo che prendevano la roba, senza divisa e senza averci mostrato i documenti, (quindi lasciando nel dubbio che si trattasse di guappi di quartiere e non di militari ndr) iniziavano ad urlare ‘scappa se no prendo anche te’. Siamo andati a chiedere di ridarci la merce perchè non è contraffatta si tratta per la maggior parte di cose di produzione cinese, ma  hanno iniziato a picchiarci con i manganelli. Alla fine ci hanno restituito la roba e dopo un’ora sono tornati in 20 con gli scudi a picchiarci. Un mio amico è stato portato via e non so più dov’è”. Ma perché quest’azione vergognosa se doveva essere un semplice controllo? Perchè caricare dei semplici lavoratori? Perchè continuare a colpirli lasciandoli a terra doloranti? Eppure la città di Cosenza è rinomata tra i migranti come l’isola felice dell’ospitalità. Città in cui con noncalanche si assecondano appalti pubblici in odor di ‘ndrangheta, corruttele politiche alla luce del sole e smaltimenti di rifiuti oscuri e nocivi. Ma lì i manganelli non arrivano.

 

 

La testimonianza di Eva Catizone

 

“Questa non è più la mia città. Come tanti, tra cosentini e cosentine, oggi anche io ero andata alla Fiera di San Giuseppe. Ero appena arrivata quando, non so se per caso o per una mia naturale propensione a cacciarmi nei guai (altrui), mi sono ritrovata tra una trentina di finanzieri, in assetto antisommossa, che si muovevano random sul bordo esterno destro di viale Giacomo Mancini, dove ignara avevo appena parcheggiato la mia 500. Avevano manganelli che agitavano, e scudi, e caschi. Lì per lì mi son detta che tra la folla cercavano qualche latitante di ‘ndrangheta, qualche Piromalli di questi. Mi sbagliavo. Ho cercato di avvicinarmi e e di capire ma quando mi vedono spesso si dileguano. Sarà, ma anche per loro sono fastidiosa. Frattanto i neri raccoglievano velocemente le loro cose. C’ero stata, anche il giorno prima. Belle borse, certo finte, ma da far invidia a quelle che puoi ammirare nelle vetrine del centro di Roma. Tra il tempo inclemente e quel raid, loro, i neri, avranno pensato che era meglio casa loro. Certo, si dirà avevano tanta merce contraffatta, che come tutti sanno arriva a Gioia Tauro e da lì viene smistata. Tutti sanno e nessuno vede. O fanno finta di non sapere. Tanto sono solo borse finte. Ma io mi sono vergognata e non mi sono più ritrovata nella mia città. Certo, la prossima volta (se ci sarà) sarebbe utile che quei solerti finanzieri andassero a farsi un giro in quel porto, a Gioia Tauro. Altro che neri da prendere a manganellate! Troppo facile, Fratelli”.

 

 

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