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Filantropi? No, benefattori … di se stessi
COSENZA – Ladri di solidarietà, speculatori di dolore. L’attacco è forte, ma è il modo migliore per raccontare questa squallida storia
che fa a cazzotti con il buon senso e calpesta le regole più genuine del volontariato. Quello autentico e vero. La storia su cui oggi si sono accese le luci dei riflettori della cronaca, racconta di un gruppo di 15 persone (destinato, secondo gli inquirenti, sa lire, almeno fino a 23, ndr) che in nome della solidarietà e dell’aiuto a favore di persone bisognose, hanno raccolto somme importanti, ma senza destinarle a chi ne aveva bisogno. La solidarietà, quella di comodo, se la sono gli indagati se la sono fatte ad personam. A smantellare quest’associazione di benefattori del malaffare, c’hanno pensato i carabinieri della Compagnia di Rende che, guidati dal capitano Luigi Miele, e sotto il coordinamento del comando provinciale di Cosenza e con l’ausilio dei militari dell’Arma di Milano-Magenta, Maglie e Manduria, hanno fatto scattare le manette ai polsi per otto persone, tutte ristrette ai domiciliari. Tra le otto persone, figura Sandro Daniele, noto imprenditore cittadino, titolare della Skorpion Healt Club di Rende, considerata dagli inquirenti, la base operativa e logistica, dove gli indagati pianificavano le loro condotte truffaldine. Insieme a lui, la scusa della giustizia, rappresentata dal procuratore aggiunto Domenico Airoma e dal pm Salvatore Di Maio, titolare della delicata inchiesta giudiziaria, sono finiti nei guai anche Arianna Mauro, Simo e Giuseppe Santoro, Giuseppe Ponzano, Alessandro Di Fino e Diego Dimaggio, quest’ultimo, milanese, con un curicculum delinquenziale niente male, etichettato come pluri pregiudicato e sorvegliato speciale, con il ruolo di referente del gruppo nel Nord Italia.
L’INCHIESTA – Sotto la lente d’ingrandimento di Procura e carabinieri sono finite due associazioni di volontariato, regolarmente registrate come onlus presso l’Agenzia delle entrate, dotate di regolare autorizzazioni, codici iban e indirizzo email. Tutto regolare, se non fosse che prima “Il Cuore” e poi “Il Sorriso” succedutisi in breve tempo e senza soluzione di continuità, hanno interpretato ed applicato, il vademecum della filantropia, in maniera differente da come è.
I VIAGGI – Gli otto, con al seguito gli altri indagati, riuscivano a raccogliere, con grande facilità, somme, anche importanti, da destinare ai bisognosi. Gli ignari cittadini che decidevano di regalare i loro oboli e testimoniare con offerte modiche o importanti, la loro vicinanza verso chi soffre, non sospettavano di nulla. Gli indagati, infatti, con indosso il sorriso da benefattori, sfoderando l’arma dell’eloquenza, condendola anche con significati di partecipazione al dolore delle persone in difficoltà, e con indosso le pettorine recati il nome della onlus e i tesserini di riconoscimento individuale, hanno girato l’Italia, in lungo e in largo. Da Rende a Milano, da Cosenza a Siracusa, facendo puntate anche in Puglia e Sardegna.
I RICAVI – Notevoli, secondo gli inquirenti. Anche se, almeno per il momento, non è stato possibile quantificare il volume d’affari. Sì, perchè, furbescamente, il conto dell’associazione era utilizzato solo per la copertura delle spese vive e di gestione. Mentre il grosso dei ricavi, veniva raccolto e depositato su una post pay, risultata intestata a Daniele, dalla quale poi partivano traferimenti di denaro su altre carte postali.
IL PRIMO INDIZIO – L’inchiesta parte dalla Sicilia. Precisamente da Siracusa. L’informativa è della questura siciliana che, notando la presenza di persone, con qualche “macchia” sulla fedina penale, aveva avviato una prima indagine investigativa, raccogliendo informazioni e smistandole, per competenza territoriale, alla Procura di Cosenza. Da qui poi, l’affidamento dei magistrati ai carabinieri di Rende, per l’avvio delle indagini di routine. Indagini che, dopo certosine attività investigative, controlli incrociati sui bilanci e altre verifiche d’intelligence, hanno portato a galla la storia della filantropia al contrario, smascherando i ladri di solidarietà.



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