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Violenza sulle donne: un concorso nelle scuole per dire no al femminicidio
COSENZA – Un messaggio di rispetto alle donne, per le donne e con le donne. E’ questo lo spirito dell’iniziativa che il circolo della stampa
“Maria Rosaria Sessa” in collaborazione con l’assessorato provinciale alla Cultura, hanno organizzato, un concorso, aperto alle scuole, come momento di studio, analisi, dialogo e riflessione sul triste fenomeno della violenza sulle donne, classificato giuridicamente come “femminicidio”. Usare violenza sulla donne, sia intermini fisici che psicologici, è un vero atto di brutalità. Ecco, perchè è fondamentale, se non essenziale, divulgare questo messaggio a difesa delle donne e della vita. Il concorso prevede la realizzazione di uno spot tv della durata di un minuto per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della violenza sulle donne ed in particolare sul fenomeno del “femminicidio”, che gli studenti dovranno pensare di realizzare utilizzando le attrezzature in dotazione alla scuola o a livello personale. Ogni scuola partecipante potrà presentare massimo tre progetti ed ogni elaborato dovrà coinvolgere almeno quattro studenti fino ad un massimo di dieci portando nella scuola, comunque, un dibattito aperto mirato a scegliere le idee migliori come tradurle poi in immagini, testo e colonna sonora ad effetto, tenendo conto che gli spot migliori verranno inseriti negli spazi d’informazione televisiva. Le scuole superiori che intendono partecipare al concorso dovranno far pervenire entro il 10 maggio 2013, per mezzo raccomandata a/r, lo spot prodotto, in triplice copia dvd, assieme al materiale cartaceo delle schede progettuali, con la dicitura “Premio Maria Rosaria Sessa, presso la sede della Provincia – Assessorato alla Cultura e Pubblica Istruzione – Viale Crati Contrada Vaglio Lise – 87100 Cosenza, o consegnare a mano entro le ore 12,00 del giorno di scadenza fissato. La valutazione dei lavori presentati sarà a cura di una apposita commissione giudicatrice composta dal presidente del Circolo della Stampa “Maria Rosaria Sessa” o suo delegato, dall’assessore alla Cultura, Politiche giovanili e Pari Opportunità della Provincia di Cosenza o suo delegato, da un rappresentante per ogni televisione privata che si impegna a trasmettere lo spot vincitore del premio. La giuria si riserva inoltre il diritto di assegnare dei premi speciali: “migliori riprese”, “migliore idea”, “migliore messaggio”. Il bando può essere consultato sul sito della Provincia di Cosenza www.provincia.cs.it e sul sito del Circolo della Stampa www.giornalisticosentini.it. Tutte le scuole interessate al progetto debbono comunicare la loro partecipazione segnalando il nome del referente utilizzando i seguenti indirizzi e-mail: info@giornalisticosentini.it e ggiardini@provincia.cs.it o a mezzo fax al n. 0984/814570. L’OMICIDIO – Brutale, sanguinario, demoniaco. E’ quello di Maria Rosaria Sessa, cara amica e collega, uccisa brutalmente dal suo fidanzato (poi suicidatosi alcune settimane dopo, ndr). La ricostruzione di questo orribile e terribile, fatto di sangue, datato il 10 dicembre del 2002, è affidata alla collega Katia Grosso, impegnata anche lei in prima linea nella lotta alla violenza sulle donne. Maria Ropsaria Sessa, all’epoca 27 anni, volto noto di una televisione privata cosentina, venne uccisa con cinque fendenti, inferti dal suo fidanzato con incredibile violenza e cieca brutalità. Il suo corpo venne trovato in località Palommella, vicino Paola. La donna era riversa sul sedile anteriore di un’auto, una Vectra, ferma sul ciglio della strada dopo un incidente. Da poco era stata iscritta all’Ordine dei giornalisti. Nella sua vita sembra non c’era nulla di strano. A parte, quella sua relazione, complicata, difficile con Corrado Bafaro, diventata troppo oppressiva e di cui Maria Rosaria era ormai stanca. Sin da subito, infatti, le indagini privilegiarono la direzione dell’omicidio passionale. La vettura sulla quale venne trovata Maria Rosaria non era infatti la sua. Apparteneva a Corrado Bafaro, suo ex fidanzato e rappresentate di prodotti odontotecnici. L’omicidio si consumò, racconteranno poi le indagini, al termine dell’ennesima lite. Corrado Bafaro, quella sera, aveva comprato dei fiori per la donna. Lo stesso mazzo che la polizia trovò a bordo dell’auto. Gli investigatori, ricostruendo le ultime ore di vita della giornalista, stabilirono che i due si erano incontrati nel pomeriggio a Cosenza per recarsi da un dentista, un amico dell’uomo. Conclusa la visita, Bafaro e la giornalista andarono a cena in un ristorante vicino Paola. E a tavola Bafaro avrebbe parlato a lungo con la donna, supplicandola a tornare con lui. Forse Marisa Sessa tentò, ancora una volta di convincerlo che ormai la loro storia era finita. E forse, nel rifiuto di Maria Rosaria Sessa, avrebbe influito anche il carattere piuttosto violento di Bafaro, che già aveva, nel suo curriculum, un precedente per lesioni. Una discussione continuata in auto, degenerata in una colluttazione e sfociata alla fine nell’omicidio. L’omicida “spezzò” la giovane vita di Maria Rosaria, con un coltello da cucina. Cinque coltellate, di cui una, alla carotide, mortale. Maria Rosaria Sessa, racconteranno poi i rilievi autoptici, lottò a lungo prima di morire e avrebbe anche tentato la fuga. Ma non potè nulla contro la cieca brutalità omicida di Bafaro.
IL SUICIDIO – L’ultimo pezzo mancante del puzzle per chiudere il giallo dell’ omicidio della giornalista Maria Rosaria Sessa fu trovato il 15 aprile del 2003. L’ uomo, che la sera del 10 dicembre scorso, ha ucciso, in preda a una crisi di gelosia, la conduttrice di «Metrosat», venne trovato cadavere. Si suicidò, probabilmente poche ore dopo aver massacrato a coltellate la compagna. Il suo corpo, in avanzato stato di decomposizione, venne scoperto ieri intorno alle 13 di quel 15 aprile, all’ interno di una villetta, a Fiumefreddo Bruzio, una località balneare della costa tirrenica. In una tasca dei pantaloni i carabinieri ritrovarono la ricevuta di pagamento del ristorante di Rende dove, la sera del delitto, Bafaro e Maria Rosaria avevano cenato. A scoprire il cadavere del 37enne odontotecnico di Cosenza furono i carabinieri della stazione di Fiumefreddo. Alcuni abitanti della zona, da giorni, avvertivano un odore ributtante provenire da una villetta, che si trova dietro un ristorante, a pochi metri dalla statale 18. I carabinieri ntervennero immediatamente e si insospettirono per la presenza di una bicicletta. Quelle villette, di proprietà di turisti campani e cosentini, erano abitate solo nel periodo estivo. I militari ispezionando abitazione, notarono che una delle finestre era stata forzata. Una volta all’ interno, la scoperta: il cadavere penzolava da una trave. La vicinanza tra il luogo del ritrovamento e quello dove è avvenuto l’ assassinio di Maria Rosaria Sessa ha fatto subito pensare che i resti di quel corpo potessero appartenere a Corrado Bafaro.



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