Area Urbana
Nessun colpevole per l’omicidio dell’uomo trovato a Rende in un bagagliaio
Il trentaseienne Tullio Capalbo fu freddato con due colpi di pistola.
ROMA – Si è chiuso in Cassazione il processo a carico dei due presunti autori dell’omicidio Capalbo. I due imprenditori indagati Sandro Daniele e Antonio Salamò assolti sia in primo sia in secondo grado sono stati prosciolti da ogni accusa anche dalla Suprema Corte. Il delitto Capalbo a distanza di diciassette anni resta quindi impunito. Ad oggi non è stato individuato alcun responsabile. Tullio Capalbo ristoratore trentaseienne di Cerisano fu ritrovato cadavere nel settembre del 1999 nel bagagliaio di una Mercedes parcheggiata nei pressi della stazione di Castiglione Cosentino. Il decesso, secondo i rilievi dei medici legali, era stato provocato da due colpi di arma da fuoco. Secondo gli inquirenti, che iscrissero dopo diversi anni Daniele e Salamò nel registro degli indagati, l’eccidio era da collegare ad un prestito di 500 milioni di lire che il ragazzo aveva concesso ai due. Al titolare della palestra Scorpion, Sandro Daniele, fu sequestrata un’arma simile a quella dalla quale erano stati esplosi i proiettili che avevano portato alla morte del giovane ristoratore. Un elemento che però non trovò nessun riscontro nelle analisi condotte da Ris. Da qui scaturì la sentenza assolutoria per i due ieri confermata in Cassazione. Daniele e Salamò sin dall’inizio del processo si sono sempre dichiarati estranei ai fatti loro contestati. Insieme ai due era stato indagato anche D’Ippolito ucciso a Commenda pochi mesi dopo il ritrovamento del corpo di Capalbo.



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