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Trascorre 22 anni in carcere da innocente. Risarcimento da sei milioni e mezzo di euro
Quando la giustizia è ingiusta e priva una persona della propria libertà per ben 22 anni. Ora lo Stato dovrà risarcirlo economicamente anche se nessuno potrà restituirgli quei 7.920 giorni passati in una cella. La vicenda di Giuseppe Gulotta
REGGIO CALABRIA – Ha trascorso ingiustamente 22 anni in carcere con l’accusa, poi caduta, di aver partecipato alla cosiddetta “Strage di Alcamo”, in cui vennero uccisi il 27 gennaio del 1976 nella caserma di Alcamo Marina, in provincia di Trapani, due carabinieri, Carmine Apuzzo e Salvatore Falcetta. I due militari vennero assassinati a colpi di arma da fuoco. All’inizio vennero sospettate le Brigate Rosse, poi accusati alcuni giovani del luogo, tra cui Giuseppe Gulotta che ha scontato 22 anni di carcere ed è stato assolto in sede di revisione del processo in seguito alla confessione di un carabiniere. Quello di Gulotta rappresenta uno dei più gravi casi di errore giudiziario e ingiusta detenzione della storia italiana.
Ora sarà risarcito con 6,5 milioni euro dal ministero dell’Economia. A stabilirlo è stata la Corte d’appello di Reggio Calabria nei confronti di Giuseppe Gulotta, muratore di Certaldo, assolto nel 2010 dalle imputazioni. La richiesta fatta dall’uomo, attraverso il suo legale Pardo Cellini, ammontava a 56 milioni di euro.
“Stiamo valutando un ricorso in Cassazione – spiega l’avvocato Cellini -. Se da un lato siamo soddisfatti perché con la decisione dei giudici di Reggio Calabria finisce questo lungo percorso, dall’altro non ci soddisfa che sia stato riconosciuto un indennizzo e non un risarcimento” di quanto patito da Gulotta. Per questo caso di malagiustizia e per aver privato della libertà un innocente non c’è cifra, somma o denaro che tenga.
Giuseppe Gulotta aveva 18 anni quando è stato tradotto in carcere. Gulotta era stato condannato alla massima pena nonostante fosse innocente. La sua innocenza, purtroppo però, è stata riconosciuto dopo 21 anni, nel corso dei quali sono stati celebrati ben nove processi. Poi nel febbraio del 2012, la Corte d’ assise di Reggio Calabria lo ha assolto insieme agli altri imputati. Anche grazie alla testimonianza di alcuni carabinieri, che confessarono di avere torturato lui e altri due, costringendo il muratore appena maggiorenne ad autoaccusarsi di una strage che non avevano commesso.



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