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Migranti carbonizzati: un dramma cosentino, tutto archiviato
COSENZA – L’odore di bruciato ormai è solo un triste ricordo in via XXIV Maggio.
Il tragico episodio che due mesi fa ha visto perire nell’indifferenza tre migranti nordafricani in un rogo nel centro cittadino segna una triste pagina nella storia di Cosenza. Ancora più triste ne è l’epilogo. L’archiviazione del caso: nessun responsabile. Nessun mistero, nessun giallo avvolge la storia della 59enne Abdel Kadir Melouk, di Mourad Gamgami, 42 anni, e di Mazni Massaouda, 50; solo una palese realtà: l’Italia non offre accoglienza. La morte dei tre, rifugiati nel casolare decrepito in cerca di riparo, intossicati dal monossido di carbonio e poi arsi tra le fiamme non è un enigma, ma una drammatica vicenda che riguarda gli invisibili della città. Di quella Cosenza nascosta sotto le Paciotti, le Audi e i cocktail della movida. I corpi saranno tumulati e la palazzina verrà dissequestrata. Il vecchio casale che campeggia tra i palazzoni di una delle arterie principali della città dopo aver ospitato orrore e miseria sarà restituito al legittimo proprietario. Già ma chi è il proprietario? Non è dato sapere.



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