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Cavalcanti scherzava, non ritornerà. Sciolto consiglio comunale

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Cavalcanti scherzava, non ritornerà. Sciolto consiglio comunale

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RENDE – Pensava di ripensarci, ma non lo ha fatto.

Il municipio rendese è da oggi ufficialmente senza guida. Il primo cittadino Vittorio Cavalcanti non ha ritirato le dimissioni. Ieri sarebbe stato l’ultimo giorno utile per il reintegro dell’ormai ex sindaco del Comune di Rende. Solo venti giorni fa sentendosi abbandonato dai ‘colleghi’ del Pd Cavalcanti aveva le proprie dimissioni. Poi il silenzio. Un silenzio che aleggia sull’intera macchina amministrativa messa al setaccio dalla commissione antimafia che per mesi ha spulciato tra contratti, appalti, bilanci e delibere del Comune stilando una relazione che si preannuncia ‘rovente’. Se sotto il giogo della ‘ndrangheta crollerà il mito della Rende ‘città modello’ non è dato sapere. Almeno per ora. Bisogna attendere il Prefetto che sta vagliando l’analisi svolta dai segugi della lotta alla mafia inviati dal ministro dell’Interno in seguito ad un’inchiesta portata avanti dalla direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Dopo gli arresti dell’ex sindaco Bernaudo e dell’ex assessore comunale Pietro Ruffolo per concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione elettorale aggravata, accuse rigettate in Cassazione per entrambi le acque d’Oltrecampagnano sono apparse sempre meno limpide. Il riserbo estremo sulle motivazioni delle dimissioni di Cavalcanti e sull’esito dell’ispezione antimafia lasciano presumere verità scomode che si attende di far emergere ora che i riflettori sono puntati sulla piazza del San Carlo Borromeo. Meglio attendere. Il ‘sindaco-ombra’ Sandro Principe che abbia tentato a più riprese di far ritornare l’avvocato sui suoi passi. Invano. “Ho provato a cambiare gioco, ma mi è stato risposto picche. Di fronte a ciò non ho potuto che farmi da parte” ha dichiarato l’avvocato Cavalcanti. Non sono da escludere diatribe interno al partito anche se la fuga ‘prima che la nave affondi’ sembrerebbe la teoria più verosimile alla luce dell’imminente verdetto del prefetto e del ministro che dovranno decidere se sciogliere il Comune per infiltrazioni e condizionamenti da parte della ‘ndrangheta. Intanto sciolto il Consiglio Comunale oggi sarà avviata la procedura per il commissariamento. Qualora la criminalità organizzata dovesse secondo le valutazioni delle autorità competenti risultare ben radicata tra le stanze dei bottoni del municipio d’Oltrecampagnano, decisione che arriverà non prima di fine settembre, il Comune sarà nuovamente commissariato sino alle prossime elezioni del 2014.

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