‘Ndrangheta: colpo al cuore dei Labate, in manette dirigente Reggina

REGGIO CALABRIA – Tre persone, considerate appartenenti o contigue alla cosca di ‘ndrangheta Labate,

operante nei quartieri di Sbarre e Gebbione nella zona sud di Reggio Calabria, sono state arrestate dai Carabinieri del Comando provinciale in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip su richiesta della DDA. I tre sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa e concorso in estorsione aggravata dall’aver favorito un sodalizio mafioso. Fra i tre arrestati compare un nome noto: Giovanni Remo, imprenditore, vice presidente della Reggina calcio, oltre al fratello Pasquale, anch’egli imprenditore; ultimo il presunto boss Michele Labate, gia’ detenuto, esponente dell’omonimo clan. Le indagini avrebbero accertato che la cosca Labate si sarebbe imposta per “controllare” i quartieri Sbarre e Gebbione di Reggio Calabria, acquisendo, direttamente o indirettamente, la gestione o comunque il controllo di beni e attivita’ commerciali nel settore della macellazione e della vendita, all’ingrosso ed al dettaglio, di carni. I tre, in concorso con ignoti, avrebbero compiuto atti di concorrenza sleale nei confronti delle imprese operanti nel medesimo settore merceologico, minacciando la clientela affinche’ non si rifornisse piu’ presso le imprese concorrenti, indirizzandola verso quelle collegate alla cosca, anche mediante minaccia implicita. Contestualmente agli arresti, i Carabinieri di Reggio Calabria hanno eseguito un sequestro preventivo dell’intero complesso aziendale di alcune imprese, per un valore complessivo di oltre 15 milioni di euro. Quanto al reato associativo, invece, sempre secondo l’accusa, Michele Labate sarebbe colpevole in qualita’ di organizzatore e promotore del sodalizio mentre Giovanni e Pasquale Remo quali partecipi.