Calabria
Coronavirus, morto l’architetto Vittorio Gregotti. Progettò l’Università della Calabria
E’ morto questa mattina a Milano a 92 anni, dove era ricoverato per una polmonite, uno dei più grandi maestri dell’architettura del ‘900. A Cosenza progettò il complesso dell’Università della Calabria, primo campus universitario realizzato in Italia
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MILANO – Il famoso architetto e urbanista Vittorio Gregotti è morto questa mattina a Milano. Aveva 92 anni ed era ricoverato alla clinica San Giuseppe per le conseguenze di una polmonite. Gregotti, nato a Novara nel 1927, è stato uno dei più importanti architetti italiani del Novecento. Docente di architettura a Venezia, Milano e Palermo e in tantissime università di tutto il mondo, fu lui a progettare negli anni 70 l’Università della Calabria, primo campus universitario realizzato in Italia. Gregotti è stato anche ideatore del discusso progetto del quartiere Zen di Palermo. A dare la notizia della morta è stato su Facebook Stefano Boeri, il presidente della Triennale. Boeri nel ricordare l’architetto Gregotti ha scritto che con lui è scomparso anche “un saggista, critico, docente, editorialista, polemista, uomo delle istituzioni, che – restando sempre e prima di tutto un architetto – ha fatto la storia della nostra cultura. Concependo l’architettura come una prospettiva sull’intero mondo e sulla intera vita. Che grande tristezza”.
Con profonda tristezza salutiamo Vittorio Gregotti, uno dei nostri più grandi architetti e ambasciatori nel mondo. Milano gli deve moltissimo, dalla prima sala realizzata alla Triennale nel 1951 fino al quartiere Bicocca da lui interamente riprogettato. Grazie di tutto.
— Beppe Sala (@BeppeSala) March 15, 2020
Dopo la laurea in architettura nel 1952 al Politecnico di Milano entrò, come prima esperienza, nello studio BBPR. Uno dei più noti progettisti italiani si è imposyo sulla scena internazionale dal secondo dopoguerra. Dal 1953 al 1968 svolse la sua attività in collaborazione con Ludovico Meneghetti e Giotto Stoppino. Nel 1974 fondò la Gregotti Associati di cui è presidente. È stato anche docente di Composizione architettonica presso l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia, ha insegnato nelle Facoltà di Architettura di Milano e Palermo. Nel corso della sua attività accademica è stato anche ‘visiting professor’ alle Università di Tokyo, Buenos Aires, San Paolo, Losanna, Harvard, Filadelfia, Princeton, Cambridge (U.K.) e all’M.I.T. di Cambridge (Mass.). Tra i suoi numerosi interventi si contano, per esempio la risistemazione di Potsdamer Platz a Berlino, i progetti del Teatro degli Arcimboldi a Milano, del Gran Teatro Nazionale di Pechino e della Chiesa di san Massimiliano Kolbe, a Bergamo. Gregotti ha firmato oltre 1.600 progetti presenti in più di una ventina di Paesi in tutto il mondo.
Il Sindaco Manna “addio a uno dei più grandi urbanisti del ‘900”
“Se ne è andato uno dei più grandi urbanisti del novecento: Vittorio Gregotti ha, con la sua opera ridisegnato lo spazio architettonico”. A dirlo in una nota stampa il sindaco di Rende Marcello Manna che, nel ricordare chi immaginò per primo il campus universitario di Arcavacata, ha affermato: “Gregotti ha avuto la capacità di sguardo teso alla città del futuro. L’iconico ponte sulla quotidianità del campus è stato ed è icona bifronte di modernizzazione del tessuto rurale che all’epoca circondava l’Università della Calabria. È nostro compito ora – ha concluso il primo cittadino – preservarne la memoria e l’opera dell’architetto guardando anche noi al futuro, rilanciando la sua idea, allora pionieristica, di smart city quale uniucum tra città e campus che si snoda sulla valle del Crati“.
Il ricordo dell’assessore alla cultura e alla università Marta Petrusewicz
“Un grande maestro architetto e urbanista, da sempre in prima linea nell’architettura pubblica”: così l’assessora alla cultura e alla università Marta Petrusewicz alla notizia della dipartita di Vittorio Gregoretti. “Ha ideato e progettato stadi (a Genova e Barcellona), teatri (a Milano e Grosseto), musei, acquari, quartieri (Shanghai e lo Zen di Palermo) e, soprattutto, le università” ha affermato la Petrusewicz che ha poi proseguito: “noi calabresi lo ricordiamo con gratitudine come l’architetto dell’Università della Calabria. Vincitore con il suo gruppo nel 1973 del concorso architettonico internazionale – ricordato proprio recentemente in un convegno dell’Ordine degli Architetti tenuto al Parco Acquatico di Rende – ha dato alla nascente Università un’impronta di apertura internazionale e territoriale, simboleggiata dai suoi famosi ponti“. “Pur polemico nei confronti dell’esecuzione del progetto, come raccontò nella sua famosa lectio magistralis pronunciata all’Unical nel 2010, Gregotti rimase fedele all’idea base di coniugare l’architettura pubblica con la pianificazione del paesaggio. Morto Gregotti, rimane da portare avanti il Progetto Gregotti”, ha concluso l’assessora auspicando che l’eredità dell’urbanista non si esaurisca, ma venga invece valorizzata.



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