Calabria
Dopo 14 anni firmato il contratto collettivo per l’ospedalità privata
E’ stato firmato questa mattina il rinnovo del Contratto collettivo nazionale dei lavoratori non medici dell’ospedalità privata. Ora le retribuzioni dei dipendenti non medici della sanità privata, vengono equiparate a quelle dei colleghi del comparto pubblico
ROMA – “Con la firma del contratto di lavoro per il personale non medico che opera nelle nostre strutture si chiude un’annosa, e per tanti aspetti incresciosa, vicenda. Non possiamo che esserne soddisfatti”, commenta padre Virginio Bebber, presidente dell’Aris, l’Associazione religiosa degli istituti socio-sanitari. Con il documento, prosegue il presidente, “le retribuzioni dei dipendenti non medici della sanità privata vengono equiparate a quelle dei colleghi del comparto pubblico”.
“Diamo atto al Ministro Speranza e al presidente Bonaccini – ha aggiunto padre Virginio Bebber – dell’impegno profuso nel portare a compimento la vicenda contrattuale. Siamo stati accolti, siamo stati ascoltati, siamo stati compresi e ci siamo accordati assumendoci ciascuno le proprie responsabilità. E se c’è stato un lungo periodo di stallo per la conclusione, il motivo è dipeso da quelle autorità regionali che hanno disconosciuto o ignorato l’obbligo che gli veniva dalle trattative portate a compimento. Ringraziamo le Regioni che hanno invece risposto responsabilmente a quanto concordato. Anche se ce ne sono ancora molte che mancano all’appello, è stato proprio il gesto di quei pochi che ci ha consentito di trovare la spinta interna per firmare, pur con tanti interrogativi in sospeso, il pur legittimo rinnovo del contratto”.
“Mentre ci accingiamo a riorganizzarci per affrontare insieme il temuto nuovo impatto dell’emergenza Covid 19, – prosegue padre Bebber – senza farci cogliere impreparati per assistere come si deve quanti potranno essere colpiti dalla pandemia, veniamo incontro alle sacrosante richieste dei nostri collaboratori con grande senso di responsabilità, nell’ottica, mi sia consentito dirlo, della testimonianza del coraggio cristiano. Per molti di noi, infatti, è stato un ‘firmare al buio'”. “Ci sono altri nostri collaboratori – ha concluso il presidente di Aris citando i lavoratori delle Rsa e dei centri di riabilitazione – che attendono il rinnovo del loro contratto. Ci auguriamo che sia imboccata presto per loro la stessa strada che ci vede oggi qui a gioire”.
Soddisfazione è stata espressa anche dal segretario Generale dell’UGL Paolo Capone e dal Segretario Nazionale UGL Sanità Gianluca Giuliano: “un momento storico che vede restituiti diritti e dignità ad oltre 100mila lavoratori”.
“Una firma tenacemente voluta e finalmente conquistata. E’ quella che oggi, presso il Ministero della Salute, dopo 14 anni di estenuante attesa, è stata apposta in calce al rinnovo del CCNL della sanità privata Aiop Aris”. Lo dichiarano in una nota congiunta il Segretario Generale dell’UGL Paolo Capone e il Segretario Nazionale della Sanità Gianluca Giuliano.
“E’ una giornata storica – proseguono – che arriva dopo anni di lunghe trattative e tante battaglie combattute dall’UGL sempre al fianco degli operatori sanitari. Finalmente non dovranno più sentirsi come dei dimenticati, figli di un dio minore. La loro professionalità, la loro abnegazione, il loro coraggio non sono venuti mai meno nel corso degli anni, così come il loro contributo non è mai mancato nella dura battaglia che si sta combattendo per fronteggiare e sconfiggere il Covid-19. Non potevano più essere sufficienti solo parole di elogio per chi è impegnato senza sosta in una durissima battaglia al servizio dei cittadini e della Nazione. L’accordo porterà a un aumento medio mensile di 154 euro e all’erogazione di una somma una tantum di 1.000 euro che verrà pagata in due tranche. Serviva questa firma a lungo attesa per restituire agli oltre 100.000 lavoratori interessati dignità e diritti”.



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