Provincia
Sindaci chiedono un incontro al commissario Longo: “riaprite gli ospedali”
Il potenziamento delle strutture territoriali dequalificate e la riapertura dei presidi ospedalieri. I sindaci calabresi hanno firmato un documento unitario per chiedere l’apertura dei 19 ospedali chiusi
COSENZA – Si sono ritrovati nella Sala degli Specchi del Palazzo della Provincia i sindaci di Acri, Rogliano, Mormanno, Cariati, Praia a Mare, Scilla, Trebisacce, San Marco Argentano, Soveria Mannelli, San Giovanni in Fiore, Firmo, Lungro, Taurianova, Soriano Calabro, Palmi, Oppido Mamertina e Cassano allo Jonio. Sono solo alcune tra le principali città calabresi già sedi di ospedali o di strutture sanitarie pubbliche depotenziate in queste ultimi dieci anni. La richiesta è univoca però: l’immediata revisione della rete ospedaliera con inserimento degli ospedali chiusi e potenziamento di quelli dequalificati negli anni, per rispondere alle esigenze del territorio. E ancora il potenziamento e l’avio di strutture sanitarie territoriali capaci di dare risposte ai cittadini, anche dal punto di vista della prevenzione.
Da qui l’impegno nel voler illustrare con urgenza, al neo commissario regionale alla sanità Guido Longo, la proposta complessiva di rilancio della sanità calabrese che il costituitosi comitato di coordinamento dei sindaci si impegna a predisporre chiedendo anche una immediata revisione del Piano sanitario ospedaliero. Gli ospedali da campo, secondo i sindaci, sono un grande e forse decisivo aiuto per l’emergenza, perché attrezzati e perché gestiti da specialisti, ma non possono sostituire la sanità territoriale disattivata.
Bisogna avere il coraggio – spiegano i rappresentanti dei comuni – di predisporre nell’ambito della disciplina della normativa vigente una proposta inclusiva, razionale e riformatrice che veda il contributo sinergico di sindaci ed esperti, che tenga conto delle necessità territoriali e che entri a far parte dell’atto aziendale alla cui redazione – si chiarisce – i sindaci vogliono contribuire finalmente da co-protagonisti, senza dover rincorrere più nessuno. Quello degli ospedali chiusi o depotenziati in Calabria (sono 19) rappresenta – continuano i sindaci – un patrimonio economico di rilevanza enorme (altro che debito); una rete territoriale in grado sia di dare risposta all’emergenza, sia, se sfruttata, di assicurare un contributo decisivo al possibile e forte risanamento della sanità calabrese. A meno che – concludono i primi cittadini – non si scelga beninteso, di farla annegare nei debiti sconosciuti.



Social