Calabria
Blitz contro l’inquinamento: depuratori e non solo. “Dati preoccupanti in Calabria”
Ci sarebbero anche degli amministratori locali tra i 51 soggetti denunciati dai carabinieri nell’operazione “Deep 1” sulle irregolarità ambientali
REGGIO CALABRIA – Ci sarebbero anche degli amministratori locali tra i 51 soggetti denunciati dai carabinieri nell’operazione “Deep 1” che ha portato alla luce diverse irregolarità nella gestione dei depuratori della provincia di Reggio Calabria. “Purtroppo si tratta di una conferma – ha affermato il generale Pietro Francesco Salsano, comandante della Legione Carabinieri Calabria – avevamo già avuto dei dati abbastanza inquietanti nella precedente operazione ‘Deep’ fatta nella fascia tirrenica dell’alto cosentino. Oggi dobbiamo dire che analogamente abbiamo riscontrato molte irregolarità nel territorio della provincia reggina. Ci dà l’idea di quanto lavoro ci sia da fare nella regione per riportarla a livelli ambientali adeguati”. Gli esami completi sulle acque arriveranno prima dell’estate.
“Dati preoccupanti in Calabria”
Nel frattempo, però, “i primi dati sono preoccupanti sia in termini di microbiologia che in termini di chimica, quindi metalli pesanti. Ciò lascia pensare che c’è in atto in Calabria da tempo una minore attenzione a questo settore che purtroppo è trasversale, cioè non è concentrata in una particolare area del territorio ma riguarda anche dei piccolissimi centri dove le attività produttive sono scarse. Questa è un’operazione di polizia ambientale – ha aggiunto – che poi, per una parte si tradurrà in fascicoli giudiziari, ma la funzione principale è quella pedagogica. Noi vogliamo che la gente sia informata di ciò che accade sul loro territorio e che causa danni seri alla salute. Qui, in Calabria, si producono pochissimi rifiuti. La domanda qual è? Dove vanno a finire. Il danno che facciamo all’ambiente lo facciamo a noi stessi”.
Inquinamento ambientale: non solo depuratori
Non solo i depuratori sono stati interessati dall’intervento dei carabinieri. “Prima – sostiene Salsano – c’è una filiera di attività, aziende agricole, autolavaggi, lavanderie industriali, frantoi che sono nell’entroterra. Da lì qualcosina emerge. Non tutti sono in regola, non tutti conferiscono i rifiuti come devono. E quindi oltre alle sanzioni di natura amministrativa, ci saranno delle conseguenze penali per alcuni di loro nei confronti dei quali procederanno ovviamente le autorità giudiziarie competenti”. “Alcuni depuratori – precisa – sono delle strutture pubbliche. Sicuramente c’è una responsabilità di chi deve gestire, e quindi le società private che hanno in appalto il servizio, ma anche degli amministratori che dovrebbero controllare”.



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