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Cardiochirurgo cosentino primo in Italia ad utilizzare gli smartglasses: occhiali con tecnologia militare

Calabria

Cardiochirurgo cosentino primo in Italia ad utilizzare gli smartglasses: occhiali con tecnologia militare

Il professore Alfonso Agnino, originario dell’Ionio cosentino è l’unico chirurgo in Italia esperto in Cardiochirurgia Robotica. Il calabrese, fortemente legato alla sua terra d’origine è stato il più giovane direttore di unità operativa d’Italia

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CATANZARO – Primo intervento di cardiochirurgia su scala mondiale con l’uso degli smartglasses, gli occhiali provenienti dalla tecnologia militare, utilizzati insieme al robot “Da Vinci” per un intervento di bypass coronarico. Lo ha realizzato un cardiochirurgo di origini calabresi, Alfonso Agnino, nell’ospedale Humanitas-Gavazzeni di Bergamo. Agnino, responsabile della Cardiochirurgia Robotica del nosocomio lombardo, originario dello Ionio cosentino, ha eseguito con questa rivoluzionaria tecnica un’operazione a cuore battente, in collegamento attraverso piattaforma digitale dedicata con il prof. Wouter Oosterlink, da Leuven (Belgio), seduto nel suo studio dell’Università “Sacro Cuore” della cittadina fiamminga.

L’operazione di bypass coronarico a cuore battente in minitoracotomia è stata eseguita in regime di Cardiochirurgia Robotica. Il paziente è stato estubato in sala operatoria ed il decorso si è presentato privo di complicanze. Agnino è stato già protagonista, a maggio 2021, del primo intervento di cardiochirurgia robotica d’Europa ad essere eseguito in telementoring, avvenuto a 1200 chilometri di distanza con l’Università di Rennes. “Si è generata un’interazione immediata, costante e concreta – ha detto il cardiochirurgo commentando l’esito dell’ultimo intervento – in tempo e in modalità sincrona sotto tutto i punti di vista, tranne forse quello ‘materiale’, ma direi nemmeno. Il prof. Oosterlink è stato, infatti, ‘percepito’ anche come fisicamente presente in sala operatoria, materializzato appunto in un ologramma proiettato all’interno del visore. Davvero così. È stata un’operazione in un certo senso ‘storica’, che ha messo in comunicazione diretta professionisti della cardiochirurgia distanti migliaia di chilometri, attraverso l’interazione dei più sofisticati sistemi tecnologici oggi a nostra disposizione… gli smartglasses e il robot”.

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