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La Calabria si spopola nei piccoli comuni interni. E chi resta è sempre più vecchio

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La Calabria si spopola nei piccoli comuni interni. E chi resta è sempre più vecchio

Il focus dell’Istat: fenomeno che interessa i piccoli comuni. E la popolazione anziana residente è più del doppio di quella giovani

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COSENZA – Aumenta lo spopolamento nelle Aree Interne dell’Italia dove è in crescita anche l’invecchiamento della popolazione. Un territorio, però, con grandi potenzialità dal punto di vista turistico e culturale. E’ quanto emerge da un interessantissimo focus realizzato dall’Istat. Dal confronto tra le mappature si ottengono importanti indicazioni su come sia cambiato il nostro territorio in termini di accessibilità ai servizi essenziali. “Il risultato più evidente è che la gran parte dei Comuni (5.336, pari al 67,5% del totale nazionale) ha mantenuto la medesima classificazione: il 77,1% continua a ricadere nelle classi Polo, Polo intercomunale o Cintura e il 57,3% mantiene la connotazione di Area Interna”, afferma Istat.

In alcuni casi le dinamiche di spopolamento assumono una connotazione ancora più rilevante. I primi cento Comuni delle Aree Interne con il maggior calo di popolazione dal 2001 al 2020 hanno registrato un -40,9%, da 90.188 a 53.314 abitanti. Il 66% di tali Comuni è localizzato nelle regioni meridionali, in particolare in Abruzzo (15%) e Calabria (26%). Si tratta in generale di Comuni di piccola dimensione, con una popolazione media sotto i 1.000 residenti. Per alcuni il calo demografico è stato particolarmente sostenuto: ad esempio il Comune Periferico di Schiavi di Abruzzo (Chieti) è passato da 1.403 abitanti del 2001 a 701 nel 2020 (-50,0%), il Comune Periferico di Anzano di Puglia (Foggia) da 2.239 a 1.126 abitanti (-49,7%). Anche Comuni che erano già molto piccoli hanno visto più che dimezzata la propria popolazione dal 2001 al 2020, come Civitacampomarano in Molise e Roccaforte del Greco in Calabria, la cui popolazione è passata, rispettivamente, da 676 a 323 e da 802 a 387 residenti.

Dall’analisi delle caratteristiche fisiche dei Comuni che appartengono alle Aree Interne emerge un profilo coerente con le aspettative. Si tratta infatti di aree prevalentemente montuose (1.874 Comuni, pari al 48,9% del totale), concentrate soprattutto sull’arco alpino, sull’Appennino tosco-emiliano e in alcune aree centrali della Sicilia e della Sardegna. La regione che presenta il maggior numero di Comuni in Aree Interne è la Lombardia (346) seguita dal Piemonte (196) e dall’Abruzzo (122); anche Campania e Calabria hanno un numero rilevante di Comuni montani in Aree Interne, 105 e 106 rispettivamente.

In base allo studio emerge che a “fronte di una dinamica demografica positiva su base nazionale tra il 2001 e il 2020 (+3,9%), la crescita nei Comuni Centro è stata ancora più accentuata (+5,6%) mentre le Aree Interne hanno complessivamente perso popolazione (-1,4%). Questo decremento è particolarmente rilevante perché sono proprio i Comuni più marginali delle Aree Interne (Periferici e Ultraperiferici) ad aver subito i cali maggiori (rispettivamente -4,7% e -9,1%)”.

I fenomeni di spopolamento non interessano solo le Aree Interne del Mezzogiorno ma anche alcuni comuni del centro-nord. Secondo l’istituto la “tendenza allo spopolamento scaturisce anche da un movimento naturale della popolazione da tempo negativo. Il numero di morti supera quello dei nati pressoché ovunque e in tutti gli anni considerati. Nel 2020, primo anno di pandemia, il decremento per nati-mortalità della popolazione in Italia arriva al 5,6% (-3,6 nel 2019 e -3,2% nel 2018)“. Ulteriore fattore di criticità per queste aree è l’invecchiamento della popolazione in quanto “crea ulteriori ostacoli all’abbattimento dei divari tra i territori“. L’Italia “ha ormai stabilmente una struttura della popolazione di tipo regressivo – scrive Istat -, con una netta prevalenza di popolazione anziana rispetto a quella giovane: nel 2020 l’indice di vecchiaia dell’Italia è pari a 182,6 ed è nettamente più elevato nelle Aree interne rispetto ai Centri (196,1 contro 178,8). Nelle classi dei Comuni Periferici e Ultraperiferici la popolazione anziana residente è più del doppio di quella giovane (206,8 e 223,4, rispettivamente) mentre il valore più contenuto si osserva nei Comuni di Cintura (166,5). Per l’Istituto questa fetta di Italia ha però “molte le potenzialità di sviluppo” soprattutto attraverso il volano del turismo ma per favorirne la vocazione “va necessariamente affiancata a una adeguata presenza e a una efficiente gestione dei servizi connessi al turismo”.

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