ROMA – Sarebbero già oltre 170 le vittime del forte terremoto registrato nella notte, alle 2.17 ora italiana, di magnitudo 7.9 tra Turchia e Siria, e oltre 600 le persone ferite. In un primo momento la Protezione civile aveva diramato un allerta tsunami per le coste italiane di Calabria, Puglia e Sicilia, poi ridimensionato. Secondo i dati dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) italiano e del servizio di monitoraggio geologico statunitense Usgs, il sisma ha avuto ipocentro a circa 25 km di profondità ed epicentro nella provincia di Gaziantep. Numerose scosse di assestamento hanno seguito, la prima, con la più forte, 11 minuti dopo, di magnitudo 6,7. Il terremoto è stato avvertito anche in Libano, Grecia, Israele e Cipro.
Sulla base dei dati elaborati dal Centro allerta tsunami (Cat) dell’Ingv, il Dipartimento della Protezione civile ha diramato un’allerta per possibili onde di maremoto sulle coste italiane. La Protezione civile ha raccomandato “di allontanarsi dalle zone costiere, di raggiungere l’area vicina più elevata e di seguire le indicazioni delle autorità locali. Il maremoto – spiega la nota della Protezione civile – consiste in una serie di onde marine prodotte dal rapido spostamento di una grande massa d’acqua. L’allerta indica la possibilità di un pericolo reale per le persone che si trovano vicino alla costa, specialmente se in zone poco alte, o addirittura più basse, rispetto al livello del mare. Anche un’onda di solo 0,5 metri di altezza – viene sottolineato nel comunicato – può generare pericolose inondazioni e fortissime correnti”. L’allerta è stata poi ridimensionata e il direttore operativo della Protezione Civile, Luigi D’Angelo ha spiegato che è stata rilevata “un’onda non superiore ai 15 centimetri. Si sta monitorando. Dalle prime informazioni l’allarme sembra ridimensionato”.
Treni interrotti
E’ stata comunque interrotta la circolazione ferroviaria iniziando dalle regioni meridionali di Sicilia, Calabria e Puglia, con possibile successiva estensione all’alta Italia. Lo rende noto l’ufficio stampa delle Ferrovie dello Stato. In conseguenza allo stop cautelativo – spiega una nota – potrebbero registrarsi possibili cancellazioni e ritardi in estensione anche in altre regioni.