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Piantedosi alla Camera sul naufragio: «Frontex non segnalò situazioni di pericolo»

Calabria

Piantedosi alla Camera sul naufragio: «Frontex non segnalò situazioni di pericolo»

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naufragio cutro

ROMA – Alle 23.03 del 25 febbraio il Centro situazioni di Varsavia di Frontex ha comunicato all’International coordination centre (Icc) di Pratica di Mare e, per conoscenza, al Centro di coordinamento italiano dei soccorsi marittimi (Itmrcc), nonché al Centro nazionale di coordinamento (Ncc) l’avvistamento avvenuto alle 22.26 da parte dell’aereo Frontex “Eagle One”, impegnato in attività di sorveglianza nello Jonio, di un’imbarcazione “in buono stato di galleggiabilità con una persona visibile sopra coperta, in acque internazionali, a circa 40 miglia nautiche dalle coste calabresi. Frontex segnalava che l’unità navigava con rotta 2-9-6 a velocità di 6 nodi”.

Così il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, nella sua informativa alla Camera sui fatti di Cutro. “L’assetto aereo – riferisce Piantedosi – oltre ad aver captato una chiamata satellitare diretta in Turchia ed evidenziato boccaporti aperti in corrispondenza della prua, segnalava una risposta termica dei sensori di bordo e, quindi, la possibile presenza di persone sotto coperta”. Dopo di che il mezzo rientra alla base per rifornirsi di carburante. Alle 23.37, prosegue il ministro, “la Guardia di Finanza di Vibo Valentia contatta l’autorità marittima di Reggio Calabria rappresentando che una sua unità navale, come da pianificazione operativa, era già in mare e che vi sarebbe rimasta fino alle 6, per attività di polizia sul caso segnalato”.

Naufragio, nessuna segnalazione di pericolo da Frontex

Il quadro della situazione in possesso della Guardia Costiera , dunque, secondo il titolare del Viminale, si fonda su questi elementi: la segnalazione Frontex circa l’imbarcazione non rappresentava una situazione di pericolo; non c’erano state chiamate di soccorso di nessun genere; sullo scenario era presente un’unità navale della Guardia di Finanza dedicata all’evento, che avrebbe potuto fornire ulteriori elementi mediante riscontro diretto e che, qualora fosse stato necessario, avrebbe anche potuto svolgere attività di soccorso quale risorsa concorrente, in linea con le previsioni del Piano nazionale Sar; non erano variate le condizioni meteo-marine”.

Alle 2.20 circa due assetti navali della Guardia di Finanza partono alla ricerca dell’imbarcazione. Tuttavia, alle 3.30 circa, sono costrette a rientrare in porto “a causa delle pessime condizioni meteo marine in atto”. Alle 3.48, la Guardia di Finanza informa l’autorità marittima di Reggio Calabria del suo rientro, “confermando il quadro conoscitivo sopra tratteggiato, che non conteneva ulteriori elementi né riguardo alla posizione, né riguardo ad eventuali criticità relative all’imbarcazione”.

Alle 3.50, la stessa Sala operativa della Guardia di Finanza di Vibo Valentia, mediante la postazione della propria rete radar costiera, acquisisce, per la prima volta, un target, verosimilmente l’imbarcazione riconducibile a quella segnalata da Frontex. Alle 3.55 la Sala operativa del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Vibo Valentia contatta le sale operative del Corpo dei comandi provinciali di Catanzaro e di Crotone, nonché quelle della Polizia di Stato e dei Carabinieri di Crotone e Catanzaro, alle quali chiede l’invio di pattuglie nella zona di interesse, “specificando, altresì, che le unità navali della Guardia di Finanza non avevano stabilito alcun contatto con il natante e che, a causa delle avverse condizioni del mare, quest’ultimo non poteva essere raggiunto, motivo per cui le loro unità navali erano state costrette a rientrare”.

Pochi minuti dopo arriva la richiesta di soccorso alla Sala operativa della Capitaneria di Porto di Crotone. È questo, sottolinea il ministro, “il momento preciso in cui, per la prima volta, si concretizza l’esigenza di soccorso per le autorità italiane”. Alle 4.19, la Centrale operativa del Comando provinciale dei Carabinieri di Crotone invia nella località geolocalizzata (Foce Tàcina di Steccato di Cutro) la pattuglia del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Crotone. Alle 4.30 circa, tramite il numero di emergenza 1530, la Capitaneria di Porto riceve una segnalazione circa la presenza di una barca a 40 metri dalla foce del fiume Tàcina. Pochi minuti dopo il segnalante richiama, specificando che l’imbarcazione si trovava a 50 metri dalla riva, che si stava muovendo in direzione della spiaggia e che erano presenti persone a bordo. Viene, pertanto, informato il Centro secondario del soccorso marittimo di Reggio Calabria che dispone l’invio di una motovedetta, con imbarco di un team sanitario, e di pattuglie via terra, chiedendo anche l’intervento dei Vigili del fuoco, del 118 e della Questura di Crotone per l’attivazione dei soccorsi a terra.

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