Italia
L’Uncem, contro dissesto: «servono 10 miliardi l’anno 6,7 milioni vivono in zone a rischio»
ROMA – Gli italiani che vivono in comuni con un rischio elevato di dissesto idrogeologico sono 6,7 milioni e più della metà (il 58%) si trova in montagna, dove il territorio sottoposto al dissesto è di circa 20mila chilometri quadrati. E’ quanto afferma un dossier pubblicato dall’Unione dei comuni montani (Uncem) in base al quale viene anche quantificata la cifra necessaria per la messa in sicurezza: 10 miliardi ogni anno per 10 anni. Secondo il dossier, è necessario “mettere a punto interventi specifici contro l’abbandono, sbloccando risorse per interventi di tutela e supportando imprese agricole e residenzialità, con servizi adeguati”.
Il rapporto avanza 15 proposte necessarie per tentare di prevenire i rischi. La prima è relativa ai fondi, con la previsione di un aumento delle risorse per la prevenzione del dissesto idrogeologico rispetto ai 2,5 miliardi di euro del Pnrr. Per arrivare, appunto, ad investire cento miliardi di euro per ridurre il rischio e fare prevenzione. All’incremento deciso della spesa si affiancano poi una serie di strategie di pianificazione territoriale più efficienti, per aumentare il livello di resilienza e fare in modo che i cittadini conoscano i rischi dei territori in cui vivono. Dal rafforzamento del volontariato ad un migliore e più efficiente sistema di allarme ai cittadini in caso di emergenze fino ad una modifica del codice penale per garantire una maggiore tutela dei sindaci. Nel rapporto c’è poi un capitolo dedicato alla prevenzione del territorio forestale, per il quale era stato previsto un miliardo di euro nel Pnrr, poi eliminato.
In Italia un terzo della superficie complessiva è composta da boschi che si estendono per 11 milioni di ettari. “Il dissesto – dice il dossier – si origina anche da foreste non gestite, non pianificate, e che non drenano più” e per questo un intervento in tal senso è cruciale. Fondamentale, inoltre, lo stop all’abusivismo edilizio e al consumo di suolo incontrollato nelle aree montane: va valutata la possibilità di spostare alcune aree residenziali nei fondovalle. L’ultimo tassello della strategia di prevenzione, secondo l’Uncem, prevede i programmi contro l’abbandono delle aree montane dove negli ultimi 50 anni le superfici agricole sono diminuite di un terzo. Uno degli interventi proposti è quello dell’accorpamento fondiario per superare la frammentazione.



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