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‘Ndrangheta, i Mancuso gestiscono il Comune? Si indaga
LIMBADI – La lunga mano di ‘Zu Luni’.
Il Prefetto di Vibo Valentia, Michele Di Bari, al fine di verificare l’eventuale sussistenza di forme di condizionamento da parte della criminalita’ organizzata, ha nominato la commissione di accesso agli atti nel Comune Limbadi, in provincia di Vibo. Della commissione fanno parte il viceprefetto Maria Rosa Luzza, il dirigente della polizia Onofrio Marcello, il maggiore dei carabinieri n Vittorio Carrara. La commissione d’accesso fa seguito a quanto emerso nell’ambito dell’operazione antimafia “Black money” del 7 marzo scorso circa i rapporti del clan Mancuso di Limbadi con alcuni amministratori comunali di Limbadi. La giunta attualmente in carica è retta dal sindaco Francesco Crudo in carica dal 2011 cui elezione sarebbe avvenuta con l’ingerenza degli ambienti ‘ndranghetisti. Ad oggi sono tre, i Comuni della fascia costiera della provincia vibonese nei quali, nel giro di poco meno di 20 giorni, il Prefetto ha inviato l’organismo ispettivo. In precedenza era toccato a Joppolo e Ricadi, Comuni coinvolti a loro volta nell’inchiesta “Black Money”. In particolare, nel provvedimento di fermo dell’operazione antimafia i magistrati sottolineano come a loro avviso risulta “documentato il diretto interesse di Mancuso Pantaleone (cl. ’47) a sostegno di Crudo Francesco, poi eletto sindaco”. Le intercettazioni avrebbero inoltre fatto “emergere – si legge ancora nel decreto di fermo – l’esistenza di risalenti legami personali tra Mancuso e Crudo, elettoralmente sostenuto dal boss mafioso”, con la presenza di Crudo al matrimonio di Giuseppe Mancuso, figlio di Pantaleone, e quella di Rosaria Mancuso e Antonio Maccarone (figlia e genero di Pantaleone) al matrimonio del figlio di Crudo. Negli atti dell’operazione sono riportate anche altre intercettazioni da cui emergerebbe il sostegno dei Mancuso nei confronti di alcuni candidati al Consiglio comunale.



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