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Cosenza: accusata di detenzione di documenti falsi, validi per l’espatrio. Assolta

Area Urbana

Cosenza: accusata di detenzione di documenti falsi, validi per l’espatrio. Assolta

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Tribunale-Cosenza

COSENZA – I fatti risalgono al 2017 e T.S., si trovava a bordo dell’auto del compagno quando sono stati fermati per un controllo di polizia. La donna avrebbe colto l’occasione di consegnare agli operatori di polizia due documenti d’identità falsi, che aveva sottratto all’ex marito, proprio per denunciarne la falsità. I due documenti erano stati sottoposti a sequestro e la donna si è trovata ad affrontare un procedimento penale, per il reato di cui all’art. 497-bis c.p., per il possesso di documenti di identificazione falsi, validi per l’espatrio, con l’aggravante di detenerli fuori dai casi di uso personale. E’ seguito pertanto un procedimento penale nonostante T.S. avesse consegnato i documenti spontaneamente.

Nel corso dell’udienza preliminare a settembre 2021 il Gup di Cosenza, nonostante i rilievi della difesa, rappresentata dall’Avv. Erica Pranno, aveva rinviato a giudizio la donna. Nel successivo dibattimento, il difensore di fiducia ha fatto rilevare come, dalla condotta della signora in realtà, non emergesse alcun profilo di penale responsabilità. E anche la Procura, rappresentata dalla Dott.ssa Vittoria De Renzo, all’esito del dibattimento aveva chiesto l’assoluzione dell’imputata. Ieri, 3 ottobre, il Tribunale di Cosenza, Dott.ssa Stefania Antico, in accoglimento delle richieste, sia della difesa che della Procura, ha assolto la donna perché il fatto non costituisce il reato, con sentenza depositata contestualmente.

Ascoltati i due poliziotti

In particolare, a seguito dell’istruttoria dibattimentale, nel corso della quale sono stati ascoltati anche i due operanti di Polizia, è emerso chiaramente come la donna avesse consegnato spontaneamente i due documenti falsi, proprio per impedirne l’ulteriore circolazione, e che, quindi, nessuna condotta illecita era stata realizzata. Accogliendo la tesi del difensore dell’imputata, Avv. Erica Pranno, il Tribunale ha osservato come l’imputata palesasse immediatamente la falsità dei documenti al momento stesso del controllo. E’ emersa così, l’immediata dissociazione della donna rispetto anche al confezionamento dei documenti falsi, aggiungendo che i documenti recavano l’effige dell’ex marito, pertanto la stessa non avrebbe potuto nemmeno utilizzarli al fine di espatriare. Il Tribunale, dunque, ha evidenziato come non possa essere riscontrato con certezza l’elemento soggettivo tipico del reato contestato, pertanto ha assolto l’imputata perché il fatto non costituisce reato.

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