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Kalashnikov e hashish: mega-sequestro ai danni dei Lanzino

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Kalashnikov e hashish: mega-sequestro ai danni dei Lanzino

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COSENZA – Massiccia operazione dei militari bruzi.

Gli agenti del comando provinciale dei carabinieri di Cosenza hanno provveduto al sequestro di ben cinque chilogrammi di sostanza stupefacente e sette armi da fuoco. Le forze dell’ordine hanno immediatamente provveduto al sequestro dei materiali e posto in stato d’arresto il presunto responsabile della detenzione.

Un perquisizione durata circa dodici ore. La compagnia dei carabinieri di Cosenza ha eseguito una serie di attività che hanno portato all’arresto di un giovane ‘semi-incensurato’ ritenuto personaggio di spicco della cosca egemone in città. L’attività di osservazione e pedinamento scaturite a seguito dell’arresto del superlatitante Ettore Lanzino, boss dell’omonimo clan, in una piccola mansarda di Rende nel mese di Novembre hanno consentito ai militari di rinvenire oggi una mini Santa Barbara della ‘ndrangheta bruzia. Occultate tra un appartamento intestato ad una donna, della quale attualmente non si conoscono le generalità, e una cantina del palazzo in cui vivono i genitori Antonio Illuminato, operaio 21enne alle dipendenze della cooperativa L’Eternità conservava gelosamente armi e droga che i militari suppongono dovessero servire per le attività illecite della cosca cui il giovane si ritiene sia affiliato. Tra gli oggetti sequestrati sono stati rinvenuti un frullatore per tagliare cocaina con l’amanite e una pressa per il confezionamento di panetti di ‘fumo’ timbrati con la sigla KTAMA, noto monte del Marocco dove regna incontrastata la coltivazione di marijuana. Al giovane, già noto alle forze dell’ordine per reati minori quali rissa e guida in stato d’ebbrezza, sono stati sequestrati cinquemila e cinquecento euro ritenuti proventi di attività illecita. Tra le armi ritrovate negli appartamenti un fucile a doppia canna, un revolver Smith e Wesson calibro 38, una semiautomatica calibro 7.65, una pistola calibro 357, un mini revolver 6.35, una beretta semiautomatica e un vero e proprio gioiello: un kalashnikov con silenziatore. Una perla non commerciabile praticamente introvabile definita dai codici penali come arma da guerra. L’arsenale secondo i militari sarebbe stato funzionale al compimento di fatti di sangue ed atti intimidatori. Le accuse che attualmente gravano sul giovane operaio sono di detenzione di armi e sostanze stupefacenti. Il ragazzo è stato attualmente posto in stato di custodia cautelare presso la casa circondariale di via Popilia.

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