COSENZA – Sono trascorsi 32 anni dalla strage di via d’Amelio, in cui ha perso la vita Paolo Borsellino. Un intervallo di tempo, che, non è servito a cancellare un ricordo che resta indelebile e che sa tanto di esempio da seguire. Della stagione delle stragi si sa tanto, ma non tutto. Forse mai si sapranno determinati dettagli, che poi tali non sono, ma ciò che resta è certamente il messaggio di legalità che è partito da Palermo il 19 luglio 1992 e si è diffuso in tutta Italia.
A raccogliere quel messaggio per poi rilanciarlo anche la Polizia di Stato, che a Cosenza ha organizzato una manifestazione per permettere ai cittadini di conoscere meglio un corpo che lavora per la collettività in maniera quotidiana. Insieme agli strumenti ed ai mezzi della Polizia di Stato, è stata esposta anche la teca “Quarto Savona Quindici” all’interno della quale sono custoditi i resti dell’autovettura del magistrato Giovanni Falcone. Perché il messaggio di legalità è partito da Capaci già il 23 maggio del 1992, è passato da via d’Amelio il 19 luglio ed è ancora oggi tra di noi.
“La Teca – ha detto il Questore di Cosenza, Giuseppe Cannizzaro – oltre a ricordare un evento tragico, vogliamo che testimoni l’impegno che le nostre donne e i nostri uomini mettono ogni giorno e la fanno con quella convinzione e condivisione di valori che hanno dimostrato le scorte di Falcone e Borsellino. Chi ha perso la vita il 19 luglio 1992 – ha concluso il Questore – dopo la strage di Capaci, ha dimostrato di essere fermamente convinto e determinato nel credere in quei valori ed ha continuato a seguire quel magistrato pur sapendo di essere un bersaglio quasi certo“.